Sugar Tax: quanto costerà alle imprese la nuova tassa sulle bevande analcoliche dolcificate, che entra in vigore a partire dal primo gennaio del 2022?
Abbiamo già parlato qui su Universofood della cosiddetta “Sugar Tax”, imposta aggiuntiva – di 10 euro per ettolitro sui prodotti finiti e 0,25 euro per chilogrammo per prodotti da utilizzarsi previa diluizione – che va a colpire tutte le bevande analcoliche che contengono dolcificanti ed edulcoranti (tranne i pochi casi in cui il contenuto in dolcificanti è ridotto al minimo, ovvero a un quantitativo di saccarosio fino a 25 grammi per litro per le bevande finite, e fino a 125 grammi per chilogrammo per i prodotti predisposti a diventare bevande previa aggiunta di acqua o altri liquidi). Introdotta – oltre che per aumentare il gettito fiscale – anche per contrastare, cosa ovviamente di per sé condivisibile, la diffusione di obesità e diabete, la Sugar Tax è però comprensibilmente molto criticata dagli operatori di settore, che vorrebbero delle soluzioni diverse per sensibilizzare le persone sui problemi dell’obesità e di altre patologie, e che contestano un provvedimento che colpisce duramente un settore già molto provato dopo due anni di pandemia.
Già pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 maggio 2021, la Sugar Tax (la denominazione ufficiale è “imposta di consumo sulle bevande edulcorate”) entra in vigore a partire dal primo gennaio del 2022. Con quali costi per il settore? Le previsioni di Assobibe e Nomisma, presentate nell’ambito di Cibus 2021, e basate su un ipotetico confronto tra il 2022 e il 2019 (per ovvie ragioni il 2020 e il 2021, anni pesantemente segnati da un calo dei consumi legato alla pandemia, non sono stati considerati) parlano di un aumento della fiscalità del 28%, e di un costo per il mercato di 180 milioni di euro annui di fatturato, del 16% per quanto riguarda i volumi venduti, e di 250 milioni di euro per quanto riguarda le forniture, con 5mila posti di lavoro che rischiano di andare persi.
Oltre che per i produttori e distributori di bibite e bevande analcoliche, la preoccupazione è infatti anche – a monte – per i produttori e distributori di zucchero, e a questo proposito il Presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti ha dichiarato: “la Sugar Tax rischia anche di dare il colpo di grazia al comparto saccarifero nazionale, già fortemente danneggiato dalla liberalizzazione delle quote, che ha contribuito alla decimazione del numero di imprese e di zuccherifici. Sarebbe piuttosto opportuno individuare misure che siano adeguate ed effettivamente funzionali all’obiettivo di garantire la salvaguardia della salute e del benessere“.