Vending: nell’ultimo anno il mercato in Italia è stato sicuramente penalizzato dall’emergenza Covid, ma potrebbe ora attraversare una fase di grande ripresa.
Con oltre 3mila aziende e imprese, 30mila lavoratori e 820mila macchine installate, l’Italia è il Paese leader europeo nel comparto del vending (cioè il comparto dei distributori automatici di food & beverage, snack, bevande fredde e calde, ecc.). Tra le oltre 3mila imprese che operano in Italia nel mondo del vending ce ne sono diverse interessanti e in forte crescita. Segnaliamo due nomi da tenere d’occhio per i lettori di Universofood:
– Antico Eremo: azienda bresciana, di cui abbiamo già parlato qui su Universofood, che produce e confeziona miscele solubili per bevande, dolci, creme, cioccolate calde, e preparati per succhi concentrati e the; è fornitore di clienti in ambito Horeca, nel food service, nei comparti delle gelaterie e pasticcerie, e ha una presenza importante anche nel vending;
– General Beverage: azienda toscana, è conosciuta e apprezzata in tutta Italia per i brand Io Bevo e Io Sano.
Secondo i dati pubblicati dall’Eva (European vending association) nel 2021, dati relativi all’anno 2020, le conseguenze del Covid si sono però fatte sentire anche nel comparto del vending, con un calo dei fatturati del 30% rispetto al 2019. Un dato che peraltro non sorprende, e che avrebbe potuto anzi essere ulteriormente peggiorativo, dato che l’80% dei distributori automatici di cibi e bevande si trova negli uffici e nei luoghi di lavoro, meno frequentati nel 2020 dato il diffuso ricorso almeno parziale allo smart working, e dato che il calo delle vendite nelle scuole, negli aeroporti e nelle stazioni – altri canali importanti per il vending – ha sfiorato il 60%.
Con il miglioramento della situazione sul fronte della pandemia il vending in Italia può ora di nuovo decollare, e ha sicuramente delle grandi potenzialità e degli ampi margini di crescita, se consideriamo che ad oggi vale “solo” 3,5 miliardi, mentre la ristorazione – in Italia – ha raggiunto nel 2018 quota 85 miliardi, poi in contrazione – anche in questo caso – a causa del Covid.