Banca nazionale delle terre agricole: è stato pubblicato il nuovo bando 2021 con tutti i terreni agricoli attualmente di proprietà pubblica che vengono messi in vendita e privatizzati.
Creata dal Mipaaf e da Ismea, e avviata nel 2017, la Banca delle terre agricole è il database nazionale – in continuo aggiornamento – con tutti i terreni pubblici ad attuale o potenziale uso agricolo, che lo Stato ha deciso di privatizzare e che ogni anno, con un nuovo bando, vengono messi in vendita, aprendo interessanti opportunità per gli imprenditori agricoli e per i giovani che desiderano creare un’azienda agricola.
Il nuovo bando 2021 della Banca nazionale delle terre agricole è partito il 9 giugno ed è aperto fino al 7 settembre. Al link http://www.ismea.it/banca-delle-terre è dunque possibile, fino al 7 settembre 2021, scoprire quali sono i terreni pubblici in vendita, in tutte le regioni italiane, e inviare – se interessati – un’offerta o una manifestazione di interesse.
Con il bando 2021 vengono messi in vendita – in tutta Italia – oltre 16 mila ettari di terreni, per un valore complessivo minimo che è stimato in 255 milioni di euro, e con opportunità di nascita per 624 nuove aziende agricole potenziali. La maggior parte dei terreni (il 74%) è situata nel Sud Italia, e in particolare in Sicilia, Basilicata e Puglia, ma sono in vendita molti terreni (il 17%) anche nel Centro Italia, e soprattutto in Toscana, e nel Nord Italia (9%, nelle regioni Emilia-Romagna, Veneto, Lombardia, Piemonte e Liguria).
Il ministro Stefano Patuanelli ha presentato e commentato in questi termini il nuovo bando 2021 per la Banca nazionale delle terre agricole: “in Italia l’agricoltura è cultura, distintività e radicamento al territorio, dunque non solo produzione di materie prime. La Banca nazionale delle terre agricole è uno strumento fondamentale perché, offrendo terreni, rende operative le misure per realizzare un’agricoltura 5.0, un modo anche per coinvolgere i giovani. Oggi, con l’avvio del IV bando, si vuole dare una scossa alla strutturale rigidità del mercato dei terreni agricoli. Si tratta di ripartire con nuove consapevolezze e abbiamo bisogno delle nuove generazioni per continuare su paradigmi diversi. Non mancheranno risorse e nemmeno le idee da parte degli imprenditori agricoli italiani“.
Mentre il presidente di Ismea Enrico Corali ha spiegato: “gli andamenti demografici degli ultimi decenni evidenziano una crescita costante della popolazione mondiale. A questo aggiungiamo che le abitudini alimentari nei Paesi in via di sviluppo si stanno spostando con sempre maggior decisione da una dieta a base di carboidrati (pasta, pane e riso) a un’alimentazione proteica, più complessa e dispendiosa dal punto di vista della combinazione dei fattori produttivi. Per tutto questo, il settore agricolo e, in primis, la disponibilità di superfici coltivabili, è destinato a diventare sempre più centrale nell’economia mondiale. Pensando a questi bisogni futuri che saremo chiamati a gestire, Banca delle Terre è un progetto lungimirante, prezioso e necessario, che rimette in circolo terreni produttivi“.
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