Settore agroalimentare italiano: il food & beverage Made in Italy vale oggi 208 miliardi di euro, per un totale di 1,2 milioni di imprese, ma con export che incide soltanto per l’11% sul totale delle vendite.
I dati – relativi all’anno 2020 – sono stati pubblicati a giugno 2021 in occasione del Forum Food & Beverage, coordinato da The European House – Ambrosetti, che si è tenuto il 5 e 6 giugno a Bormio. Nel 2020 il settore agroalimentare italiano ha fatturato nel complesso 208 miliardi di euro, generando 64 miliardi di euro di valore aggiunto, con un calo rispetto al 2019 – date le difficoltà legate all’emergenza Covid – del 10,8% nei fatturati e dell’1,8% nel valore aggiunto. Si tratta comunque di un calo relativamente contenuto, se consideriamo – per esempio – che il tessile-fashion (altro settore strategico del Made in Italy) nel 2020 ha perso in valore aggiunto il 23,1%.
Tra i diversi comparti dell’agroalimentare il più penalizzato dal Covid è stato ovviamente l’Horeca (alberghi, bar, ristoranti, pub, ecc.), con una contrazione dei fatturati del 36,5%, mentre la Gdo (supermercati, ipermercati, ecc.) ha segnato una crescita del 2,2%, e i negozi di alimentari hanno tenuto botta e mantengono una quota di mercato ancora oggi significativa, pari al 18,9%. Per quanto riguarda invece l’e-commerce di cibi e bevande, la crescita nel 2020, rispetto al 2019, è del 56%, anche se in Italia si tratta di un canale che per il momento – nonostante le grandi potenzialità – rappresenta soltanto l’1,7% del totale delle vendite di food & beverage.
Delle potenzialità enormi, e ancora ampiamente inespresse, ci sono poi – per l’agroalimentare italiano – sul fronte dell’export, che non decolla sia per il forte impatto dell’italian sounding e del falso Made in Italy (combattuto dalle istituzioni italiane ma difficile da arginare, con danni per almeno 100 miliardi di euro alle imprese italiane), sia per la ridotta dimensione media delle aziende del settore (nel settore agroalimentare italiano ci sono infatti circa 1,2 milioni di imprese e 1,4 milioni di occupati). Nonostante l’Italia sia la patria della buona cucina e dei grandi vini, l’export nel food & beverage pesa soltanto per l’11% sul totale delle vendite del settore, percentuale decisamente più bassa rispetto ai nostri principali concorrenti, ovvero la Spagna (20%) e la Francia (15%).