Sugar Tax: dal primo gennaio del 2022 entra in vigore la nuova tassa sulle bevande analcoliche edulcorate e dolcificate, un balzello che rischia di aggravare ulteriormente la crisi del settore.
Prevista per luglio 2021, la nuova cosiddetta “Sugar Tax” (“imposta di consumo sulle bevande edulcorate”) è stata rinviata di sei mesi data la difficile situazione economica delle aziende dopo oltre un anno di pandemia, ma è stata totalmente confermata. Ufficialmente pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 27 maggio 2021, sarà in vigore a partire dal primo gennaio del 2022.
La nuova normativa prevede, in sintesi, un’imposta aggiuntiva – pari a 10 euro per ettolitro (10 centesimi per litro) nel caso di prodotti finiti, e di 0,25 euro per chilogrammo per i prodotti predisposti a essere utilizzati previa diluizione – che colpisce tutte le bevande analcoliche (aventi un titolo alcolometrico inferiore o uguale a 1,2% in volume) che contengono dolcificanti ed edulcoranti (si tratta della maggior parte delle bibite in commercio, che rientrano nelle voci NC 2009 e 2202 della nomenclatura combinata dell’Unione europea).
La nuova Sugar Tax si applica soltanto alle bevande che vengono vendute sul mercato interno italiano, mentre non si applica alle bevande prodotte in Italia che vengono esportate, e non si applica nei casi in cui il contenuto in dolcificanti è estremamente ridotto (un quantitativo equivalente di saccarosio inferiore o uguale a 25 grammi per litro per le bevande finite, e a 125 grammi per chilogrammo per i prodotti predisposti per diventare bevande previa aggiunta di acqua o altri liquidi). Si tratta comunque di una tassa che va a colpire – pur in nome anche di comprensibili ragioni di contrasto all’obesità e al diabete (oltre che per avere un ulteriore gettito, stimato in 300 milioni di euro annui) – un settore storicamente importante del Made in Italy – quello che delle bibite e bevande analcoliche – che sta già attraversando un momento molto difficile, e che nel 2020 (dati Assobibe) ha perso per via del Covid addirittura il 40% nei volumi di vendita, dopo un 2019 in lieve crescita.
Giangiacomo Pierini, il Presidente di Assobibe (l’Associazione di Confindustria che rappresenta le aziende produttrici di bevande analcoliche), ha duramente criticato l’introduzione di questa nuova tassa, e ha spiegato: “le rassicurazioni del governo arrivate nelle ultime settimane, di voler tutelare le imprese della filiera con investimenti che aiutino la ripartenza e la crescita dell’intero comparto, ci avevano rassicurato e illuso di poter guardare al prossimo futuro con ottimismo, ma questa misura sembra decisamente incoerente rispetto ai messaggi di crescita proposti dal governo. La nostra preoccupazione è che, in questo momento in cui le aziende hanno bisogno di un aiuto per tornare a crescere, si trovino invece a dover affrontare un aumento della fiscalità che in pratica è pari a circa il 28% per ogni litro prodotto in Italia, per la sola sugar tax, a cui si andranno ad aggiungere poi anche i costi necessari per gli adeguamenti burocratici. Noi crediamo che la tassazione non sia il modo migliore per raggiungere l’obiettivo condivisibile di ridurre l’incidenza di malattie quali obesità, diabete e patologie correlate. Occorre investire – senza tasse, senza colpire imprese e lavoro – su progetti di educazione alimentare nelle scuole, su innovazione e ricerca. Ancor più dopo un calo dello zucchero immesso in consumo in Italia che è già stato in media pari al 27% negli ultimi anni, grazie alla ricerca e all’introduzione sul mercato di nuovi prodotti“.
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