Birra e Covid: in soli sei mesi, nel 2020, il settore ha perso quasi un miliardo di euro e 21mila posti di lavoro, dopo dieci anni di crescita ininterrotta.
Il 2019 era stato un anno sicuramente interessante per la birra italiana, con quasi 10 miliardi di euro di valore condiviso (9.483 milioni di euro, pari a circa mezzo punto percentuale del PIL), oltre 108mila posti di lavoro generati (+18% rispetto al 2017), e un totale di contributi versati allo Stati pari a 4,5 miliardi di euro. D’altronde negli ultimi dieci anni (confronto tra il 2009 e il 2019) il settore italiano della birra è cresciuto, dal punto di vista della produzione, del 35%, fino a raggiungere quota 17,2 milioni di ettolitri.
Birra e Covid. L’impatto sulle vendite
Ma il 36,1% dei consumi di birra (e il 63% del valore condiviso), in Italia nel 2019, si è concentrato nel canale Ho.Re.Ca. (bar, pub, ristoranti, pizzerie, alberghi, ecc.), e dunque l’impatto del Covid si è sentito – nel 2020 – in modo particolarmente pesante, nonostante un avvio promettente nei primi due mesi dell’anno (gennaio e febbraio). Nel primo semestre del 2020 il bilancio, nei numeri diffusi da Osservatorio Birra, parla di un -22,7% a valore rispetto al primo semestre del 2019, con una perdita di quasi un miliardo (oltre 900 milioni di euro), perdita che diventa del 34,2% (meno 1,6 miliardi) rispetto al potenziale stimato, dopo una produzione che era aumentata del 7% a gennaio 2020 e del 12% a febbraio. Per quanto riguarda i dati occupazionali, questi risultati si traducono nella perdita – lungo l’intera filiera della birra – di oltre 21mila posti di lavoro (21.016), con un calo percentuale del 19,4% rispetto al primo semestre del 2019.
Come se ne esce? Le richieste alla politica italiana, da parte degli operatori e delle associazioni di settore, sono molte, ma per tutti è prioritaria, innanzitutto, una drastica riduzione della tassazione (dell’Iva e delle accise).
Rivoluzione negli acquisti: oggi la spesa si fa online e i grandi vini si trovano anche al supermercato. L’analisi di un anno che cambiera per sempre le nostre abitudini. La seconda ondata della pandemia e l’inasprimento delle restrizioni riportano la situazione economica italiana in uno scenario drammatico, soprattutto nei comparti del turismo, dello spettacolo e della ristorazione, gia duramente colpiti nel corso del primo semestre.
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