Lambrusco: a settembre 2020 nasce un unico Consorzio di Tutela, derivante dalla fusione tra i tre attuali Consorzi, quello del Lambrusco di Modena, quello dei Vini del Reno Doc e quello dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa.
Anche nel mondo del vino l’unione fa la forza, e nella filiera del Lambrusco emiliano – che rappresenta uno tra i vini italiani più conosciuti e maggiormente apprezzati nel mondo – è imminente (sarà operativa a partire da settembre 2020) un’operazione che porterà a una piena unificazione, anche a livello comunicativo e di immagine, di tutti gli attori del comparto. Si tratta di una fusione che darà vita a un unico grande Consorzio di Tutela del Lambrusco, fusione derivante dall’unione dei tre attuali Consorzi emiliani: quello del Lambrusco di Modena, quello dei Vini del Reno Doc e quello dei Vini Dop Reggiano e Colli di Scandiano e Canossa.
Grande soddisfazione è stata espressa da tutti e tre gli storici Consorzi. Davide Frascari, presidente del Consorzio per la Tutela dei Vini Doc Reggiano e Colli di Scandiano e di Canossa, ha spiegato: “vogliamo andare oltre i singoli campanilismi territoriali che hanno segnato la storia del passato. Ora devono essere messi da parte per lasciare spazio ad un’unione di intenti che consentirà a tutte le denominazioni del Lambrusco di trarne grande beneficio“. Ivan Bortot, Presidente del Consorzio di Tutela Vini del Reno DOC, ha dichiarato: “i tanti territori del lambrusco e i vari anelli che compongono questa articolata filiera riusciranno attraverso questo nuovo Consorzio a condividere molte attività promozionali, che ci consentiranno di valorizzare le nostre denominazioni sia in Italia che nel mondo. È un’operazione che guarda al futuro, a quando parleremo tutti l’unica lingua del Lambrusco”. Mentre Claudio Biondi, presidente del Consorzio di Tutela del Lambrusco di Modena, ha spiegato: “non si tratta di un’operazione che intende perseguire un risparmio di costi. La fusione per incorporazione avviene tra soggetti che già da alcuni anni hanno messo a fattor comune, condividendoli, tutti i rispettivi servizi amministrativi, tecnici e direzionali. Ora si tratta, invece, di fare un ulteriore passo in avanti, per condividere altri fattori, a partire dalle strategie di comunicazione e dai progetti di promozione internazionale“.