Export vinicolo 2020: i dati di Nomisma relativi ai primi quattro mesi dell’anno segnalano una relativa tenuta nonostante l’emergenza Covid-19.
I numeri di Vinitaly e dell’Osservatorio Nomisma-Wine Monitor, pubblicati a giugno 2020 e relativi alle esportazioni di vini italiani nei primi quattro mesi del 2020, segnalano un quadro incoraggiante rispetto alla difficilissima situazione legata al Covid. Nei primi due mesi dell’anno (confronto tra gennaio e febbraio del 2020 e lo stesso periodo del 2019) il trend è anzi positivo, con una crescita complessiva dell’export vinicolo italiano del 5,1%, e con numeri molto importanti negli Stati Uniti (+40%), mentre nel frattempo i vini francesi registrano già un pesante calo nell’export (-10,1% rispetto al primo bimestre del 2019). A marzo la situazione peggiora e ad aprile si registra un ulteriore calo, ma non un crollo. Ad aprile 2020, rispetto ad aprile 2019, i vini italiani calano nell’export complessivamente soltanto del 7,2% (dato molto importante se si considera che la Francia, ad aprile, scende nell’export vinicolo del 22,2%), e i vini Made in Italy resistono anche negli Stati Uniti (-12,5% per i vini fermi italiani ad aprile 2020, ma +6,8% per gli spumanti).
Il responsabile dell’Osservatorio Nomisma-Wine Monitor, Denis Pantini, ha spiegato: “anche i dati di aprile, cioè del momento per noi peggiore dell’emergenza Covid, parlano di un mercato Made in Italy che ovviamente cala ma che sembra rispondere alla crisi in maniera più efficace rispetto ai competitor. Il mancato crollo nel mercato statunitense, complici i dazi aggiuntivi sulla Francia, la maggior presenza del prodotto tricolore nella Gdo d’oltreoceano e un miglior rapporto qualità-prezzo, rendono meno amaro il calice italiano in tempo di Covid-19“.
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