Estate 2020: le stime di Federalberghi disegnano uno scenario preoccupante per il turismo in Italia, pesantemente condizionato dall’Emergenza Covid-19 e quasi totalmente orfano della clientela internazionale.
Il turismo estivo in Italia, tradizionalmente grande occasione di business anche per i ristoranti e per tutto il settore food & beverage del nostro Paese, potrà contare nell’estate 2020 quasi esclusivamente su turisti italiani. Secondo i dati pubblicati da Federalberghi al momento (dati aggiornati al 5 giugno 2020) per il periodo giugno-ottobre si registra un calo di prenotazioni turistiche in Italia (rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso) che raggiunge l’80,9% per quanto riguarda i turisti giapponesi, il 74,4% per i brasiliani, il 73% per gli statunitensi, il 72,9% per i coreani e il 70,2% per gli australiani. E dal punto di vista dei voli aerei verso il nostro Paese, il calo delle prenotazioni nel periodo giugno-agosto è dell’87,1%, dato peggiore rispetto a quello registrato dalla Spagna (-84,5%) e dalla Francia (-86,5%). Il rischio, nel complesso, è che l’estate 2020 in Italia possa registrare un calo della spesa turistica – rispetto all’estate del 2019 – pari a circa 65 miliardi di euro, e peraltro non tutti gli alberghi riapriranno: a giugno il 26,8% delle strutture alberghiere italiane non apre, e perfino ad agosto c’è un 21,1% di alberghi in Italia che è intenzionato a non riaprire.
Il Presidente di Federalberghi Bernabò Bocca ha spiegato: “le prenotazioni languono, i telefoni negli alberghi non squillano, e a questo punto siamo seriamente in apprensione per le sorti delle nostre imprese. Le prime vittime rischiano di essere i cinquecentomila lavoratori stagionali che non saranno riassunti e le loro famiglie. Ma si addensano nubi fosche all’orizzonte anche per il milione di dipendenti del settore, che sono in attesa di capire se al termine della cassa integrazione troveranno un’azienda in attività, che tenta faticosamente di rimettersi in piedi, o un portone chiuso. Al Governo e al Parlamento chiediamo uno scatto di reni. Alcuni dei provvedimenti sin qui adottati vanno nella direzione giusta, ma lo fanno con una lentezza esasperante e senza il vigore necessario. Occorre potenziarne la portata, aumentando le risorse a sostegno del turismo ed accelerando i tempi di effettiva entrata in vigore, altrimenti le imprese non ce la faranno“.
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