Vini della Sardegna: durante la fase del lockdown le vendite sono precipitate, le stime – anche per i prossimi mesi – non sono positive, e diventa ora necessario un intervento importante della regione per sostenere i produttori.
Il comparto vinicolo rappresenta certamente una voce significativa nel settore agroalimentare sardo, con una produzione annua di nicchia e di alta qualità, ma comunque pari a circa 351.000 ettolitri (venduti per il 47% nell’HoReCa, per il 20% nelle enoteche e wine bar, per il17% attraverso canali diretti di vendita, e per il 16% in ambito Gdo). Secondo un report di Coldiretti Sardegna l’emergenza Covid-19 ha avuto e sta avendo conseguenze molto gravi sulla viticoltura sarda, con un calo che durante i due mesi del lockdown è stato pari al 68% in quantità e al 65% in valore (rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso). E anche per i mesi successivi al lockdown, fino alla fine del 2020, le stime parlano di un calo che comunque potrebbe non essere inferiore al 50%.
Coldiretti Sardegna ha dunque annunciato la richiesta alla Regione di aiuti tempestivi per il settore: “il Coronavirus sta costando caro alla viticoltura sarda, uno dei settori più dinamici e innovativi della nostra agricoltura, un settore che – pur rappresentando circa l’1,5% della produzione dell’Italia (prima produttrice al mondo di vino) – si distingue per l’alta qualità del vino, con circa l’80% della produzione a marchio Doc e Igp. Quello che che chiediamo per le cantine e per le aziende vinicole sarde si può sintetizzare in questo modo: liquidità, meno burocrazia, e conseguente velocità nell’attuazione degli interventi, e investimenti per la promozione dei vini della Sardegna sui mercati interni ed esteri. Ciò che chiediamo alla Regione, insieme alle aziende che rappresentiamo, è un pacchetto di interventi di 8 milioni di euro, necessari per non perdere fette importanti di mercato, non deprezzare il prodotto e garantire allo stesso tempo le condizioni minime per poter programmare e lavorare nella prossima annata”.