Unione dei Brand della Ristorazione Italiana: si chiama così il gruppo creato da alcuni imprenditori milanesi del settore per fare fronte comune e per affrontare al meglio, anche sul piano della comunicazione, l’emergenza Coronavirus.
L’iniziativa, partita da un’idea di Antonio Civita (Panino Giusto), Nanni Arbellini (Pizzium) e Vincenzo Ferrieri (Cioccolatitaliani), raccoglie ad oggi l’adesione di circa 130 grandi brand della ristorazione, rappresenta oltre mille attività sul territorio (per un totale di circa 10mila lavoratori), e si propone di fronteggiare l’emergenza coronavirus a Milano, rilanciando l’immagine dei ristoranti e bar meneghini in questo momento così difficile. I ristoranti di Milano che aderiscono all’iniziativa sono tutti invitati a rimanere normalmente aperti (previo ovviamente il rispetto dei nuovi decreti e delle nuove normative regionali e nazionali), a proporre iniziative (sconti o cene speciali) e a impegnarsi sul fronte della comunicazione e con messaggi ad hoc sul web e sui social network. Inoltre il gruppo Unione dei Brand della Ristorazione Italiana si impegna a raccogliere fondi a favore di enti e associazioni che stanno lavorando per fronteggiare l’emergenza Coronavirus, e ha già raccolto oltre 130mila euro per supportare Anpas (Associazione nazionale pubbliche assistenze) e Croce Rossa.
L’imprenditore Vincenzo Ferrieri, che è tra i promotori dell’iniziativa, ha commentato in questi termini il progetto: “questa iniziativa è la dimostrazione che fare sistema funziona. Anche come cassa di risonanza nei confronti dell’opinione pubblica. Ci siamo dati un duplice obiettivo. Da un lato offrire un contributo economico alla comunità, dall’altro stare vicini alle istituzioni attenendoci a tutti i decreti ministeriali. Un’obbedienza istituzionale che vuole arginare ogni forma di allarmismo. Il nostro compito di imprenditori è quello di stare vicini al territorio, ma il Governo deve essere in grado di aiutare tutti, soprattutto le piccole e piccolissime imprese del settore. Stiamo vivendo un caso eccezionale e bisogna con urgenza correre ai ripari. La filiale di Hong Kong di Deliveroo ci ha segnalato che dopo un mese sul territorio sono state chiuse 15mila attività di ristorazione. Chi ha le spalle larghe ha più tempo per resistere, ma la media, qui da noi, è di 30-45 giorni”.