Ristoranti in Italia 2020: il nuovo Rapporto Annuale della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) offre un quadro completo sul settore della ristorazione nel nostro Paese.
In Italia oggi, secondo i dati pubblicati dalla Fipe a gennaio 2020, ci sono in totale – tra ristoranti e bar che propongono piatti freddi e caldi – 333.640 imprese in attività. Gli occupati nel settore sono più di un milione e 200mila (1.252.260), con 864.062 lavoratori dipendenti e 388.202 lavoratori autonomi. Un terzo circa delle imprese è gestito da una donna e l’11% da un cittadino straniero. Quello dei ristoranti si conferma dunque come un asset strategico e un settore cruciale dell’economia italiana, con un fatturato annuo (dato pubblicato dalla Fipe a gennaio 2020 e relativo all’anno 2018) di 85,3 miliardi di euro, e con una crescita che in alcuni comparti è sicuramente significativa (il comparto take away – paninoteche – kebab, per esempio, è cresciuto del 54,7% negli ultimi dieci anni).
I consumi alimentari fuoricasa raggiungono oggi il 36% circa dei consumi alimentari complessivi nel nostro Paese, il mercato della ristorazione italiana è il secondo più grande in Europa (dopo quello spagnolo), e nell’ambito dei consumi domestici di cibi e bevande cresce il food delivery: nell’ultimo anno il 30,2% degli italiani ha ordinato almeno una volta online un pranzo o una cena, ricevendoli direttamente a casa, e il comparto è ancora agli inizi in Italia (genera al momento un fatturato di circa un miliardo di euro) ma è in continua crescita.
C’è però una criticità, nel settore dei ristoranti in Italia, ed è un problema che riguarda il forte turnover tra i nuovi attori sul mercato e la ridotta vita media dei nuovi locali: il 25% dei nuovi ristoranti che vengono aperti in Italia chiude entro un anno dall’apertura, il 50% chiude entro tre anni e il 57% “getta la spugna” dopo soli cinque anni.
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