Espresso italiano: entra nel vivo il percorso per il riconoscimento del caffè espresso italiano tradizionale come Patrimonio Immateriale dell’Umanità Unesco.
Dopo il riconoscimento Unesco attribuito nel dicembre del 2017 all’arte dei pizzaiuoli napoletani, un’altra eccellenza del food & beverage italiano è vicina al traguardo. Iniziato nel marzo del 2016, l’iter – secondo quanto anticipato a dicembre 2019 dal Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale – dovrebbe concludersi positivamente nel novembre del 2020. Siamo dunque in prossimità di un riconoscimento importante per un prodotto – l’espresso italiano – che è un vanto del Made in Italy conosciuto e imitato in tutto il mondo. Oggi in Italia ci sono oltre 800 torrefazioni, con circa di 7mila addetti, e gli esercizi che propongo l’espresso tradizionale sono più di 150mila. Il 95% degli italiani beve abitualmente caffè espresso, con un consumo pro capite annuo di 5,9 kg.
Il Presidente del Consorzio di tutela del caffè espresso italiano tradizionale, Giorgio Caballini, ha commentato in questi termini l’avanzamento positivo dell’iter in sede Unesco: “per diventare patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco, non è sufficiente che un prodotto sia speciale, e il caffè espresso italiano tradizionale, quello preparato nei bar italiani a regola d’arte, lo è senza dubbio. Ma è anche essenziale che abbia un impatto importante sulla vita delle persone. Ed è esattamente quello che avviene nel caso dell’espresso, che è una bevanda che ha fatto la storia del nostro Paese e della nostra società. Il mio pensiero ora, visti i recenti avvenimenti, va al più antico caffè operante in Italia, il Caffè Florian di Piazza San Marco a Venezia, che sin dal 1720 accoglie personalità da tutto il mondo per offrire l’espresso italiano tradizionale e che ci auguriamo possa riprendere quanto prima la sua attività dopo lo stop causato dall’inondazione“.
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