Quanto vale la filiera della birra in Italia? Il settore – secondo i dati del 2019 – genera una contribuzione fiscale pari a 4,3 miliardi e corrisponde nel complesso salari lordi che toccano i 2,5 miliardi di euro.
E’ un buon momento per il settore della birra nel nostro Paese, una fase di grande crescita: è nata a Milano nel maggio del 2019 perfino la prima Università della Birra, è stata abbassata la pressione fiscale sui microbirrifici artigianali, c’è stato un aumento del 146% – in soli sette anni – del numero di birrifici italiani, ed è in continua crescita anche il pubblico di consumatrici donne. Ma quanto vale la filiera della birra in Italia, nel complesso? I dati pubblicati a dicembre 2019 (e relativi all’anno 2018) dall’Osservatorio Birra della Fondazione Birra Moretti fotografano una situazione di settore sempre più importante e interessante per l’economia italiana.
Tra il 2015 e il 2018 – in soli tre anni – il cosiddetto valore condiviso (ricchezza generata per le imprese e per la società intera) è cresciuto del 17%, passando dai 7 miliardi e 834 milioni del 2015 ai 9 miliardi e 169 milioni del 2018 (0,52% sul Pil Italiano), in un triennio in cui il valore condiviso complessivo nell’economia italiana è cresciuto soltanto del 7%. All’interno della filiera della birra, la performance più significativa si registra nella fase iniziale di fornitura delle materie prime (valore condiviso cresciuto in tre anni del 55%, da 273,3 a 423,6 milioni di euro), mentre nella fase della produzione si registra un +13% (per un totale di 1,6 miliardi di euro) e nella distribuzione e vendita un +17% (per un totale di 7 miliardi). La contribuzione fiscale generata dal settore è cresciuta in tre anni del 20,8%, e oggi la filiera della birra ha raggiunto i 4,3 miliardi di contributi fiscali annui, mentre sono cresciute – tra il 2015 e il 2018 – anche le entrate generate dalle accise (+16,7%, da 609 a 711 milioni). Considerando il totale del gettito italiano, la quota di entrate fiscali creata dal settore birrario rappresenta quasi l’uno per cento (0,93%). I dipendenti lungo l’intera filiera sono nel complesso oggi oltre 90mila (92.190), con 4.500 posti di lavoro in più (+5%) rispetto al 2015 e per un totale a livello di salari lordi di 2,5 miliardi di euro.
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