Pesce lavorato: in Italia le importazioni superano le esportazioni, ma in alcune province (Como, Venezia, Rimini, Rovigo) il business è molto importante.
Secondo i dati pubblicati ad agosto 2019 dalle Camere di Commercio, nel settore del pesce lavorato l’interscambio nazionale vale 5 miliardi, con una netta prevalenza delle importazioni sulle esportazioni: nell’ultimo anno l’Italia ha importato pesce lavorato per un totale di 4,6 miliardi di euro, mentre ha esportato “soltanto” 456 milioni. Le importazioni provengono prevalentemente dalla Spagna (30% del totale e una crescita del 12% nell’ultimo anno), dall’Ecuador (8% del totale importato in Italia e +8% nell’ultimo anno), dai Paesi Bassi (5%) e dalla Francia (5%). Per quanto riguarda invece le esportazioni di pesce lavorato dall’Italia, le principali destinazioni sono la Germania (13% del totale esportato nell’ultimo anno), la Grecia (9%) e la Svizzera (7%).
Le imprese italiane del settore sono circa 31mila e ci sono quattro province nelle quali il business – dal punto di vista delle esportazioni – è interessante: Como, Venezia, Rimini e Rovigo. Il primo posto di Como, con 155 milioni di export nell’ultimo anno e una crescita del 9% rispetto all’anno precedente, è legato soprattutto alla presenza, nel comune di Cermenate, di una delle multinazionali leader di settore, il Gruppo Bolton, che lavora tonno e salmoni poi venduti al pubblico con il celebre marchio Rio Mare. Al secondo posto troviamo Venezia, con 29 milioni di euro di export nell’ultimo anno, al terzo posto Rimini (21,7 milioni e una crescita del 14%) e al quarto posto Rovigo (20,4 milioni e un calo del 4,2% nell’ultimo anno rispetto all’anno precedente).
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