Mortadella Bologna Igp: i dati diffusi dal Consorzio ad aprile 2019 segnalano un quadro positivo e una crescita sul fronte dell’export.
Qui su Universofood seguiamo sempre i numeri relativi al comparto salumi, e abbiamo visto di recente i dati 2019 per il Prosciutto di San Daniele Dop, per il Salame Felino Igp, per il Prosciutto di Modena Dop e per la Finocchiona Igp. Un altro storico salume italiano di cui è interessante vedere l’evoluzione economica nell’ultimo anno è la Mortadella Bologna, il classico insaccato cotto di puro suino tipico dell’Emilia Romagna. Riconosciuto nel 1998 dall’Unione Europea come prodotto Igp (Indicazione Geografica Protetta), il salume può essere prodotto in Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia, Veneto, provincia di Trento, Toscana, Marche e Lazio.
I numeri pubblicati dal Consorzio Mortadella Bologna Igp ad aprile 2019 (e relativi all’anno 2018) segnalano un quadro positivo: nel 2018 sono stati venduti 33 milioni di kg di Mortadella Bologna Igp, per un giro d’affari di 320 milioni di euro. Ancora oggi l’84% della Mortadella Bologna viene venduto sul mercato interno italiano, e soltanto il 16% all’estero, ma le opportunità sul fronte dell’export sono in crescita e nel 2018 le esportazioni sono aumentate dell’8,6% rispetto al 2017. Tra i Paesi dell’Unione Europea (che nel complesso assorbono il 94% delle esportazioni di Mortadella Bologna) i consumi crescono soprattutto in Germania (+33% nel 2018 rispetto al 2017), in Spagna e nel Regno Unito. Tra i Paesi extra-Ue (che assorbono il 6% delle esportazioni di Mortadella Bologna) i mercati più importanti sono la Svizzera (39%) e il Giappone (13%).
Il presidente del Consorzio Mortadella Bologna Corradino Marconi ha commentato in questi termini i dati pubblicati ad aprile 2019: “il 2018 è stato sicuramente un anno importante per la Mortadella Bologna Igp, che si impone sempre di più non solo sul mercato interno italiano ma anche su quello estero, grazie al grande lavoro che il Consorzio sta svolgendo in alcuni Paesi del mondo, Paesi che stanno dimostrando una buona ricettività verso un prodotto che è uno dei simboli gastronomici del Made in Italy nel mondo“.