Frodi alimentari 2019: i dati pubblicati dalla Coldiretti a febbraio 2019 (e relativi al 2018) disegnano un quadro preoccupante, con una crescita dei reati nel settore alimentare e un aumento del business delle agromafie.
I numeri Coldiretti – Eurispes sono stati diffusi il 14 febbraio del 2019 e riguardano l’anno 2018. Le frodi e i reati alimentari in Italia sono cresciuti nel 2018 del 59% rispetto al 2017, con sequestri pari in quantità a 17,6 milioni di chili e in valore a 34 milioni di euro. Il 17% degli italiani, dunque più di un italiano su cinque, ha subito nel 2018 delle frodi alimentari, acquistando cibi e bevande contraffatti, avariati, adulterati o alterati. I settori più colpiti sono quello del vino (con una crescita delle notizie di reato – nel 2018 rispetto al 2017 – del 75%), quello delle conserve (+78%) e quello delle carni (reati a +101% nel 2018), ma colpisce anche il caso dello zucchero, che passa da zero casi di truffa nel 2017 a 36 casi nel 2018. Ed è in forte crescita anche la presenza delle mafie nel settore agroalimentare, con un business stimato – quello delle agromafie – che nel 2018 raggiunge i 24,5 miliardi, in crescita del 12,4% rispetto al 2017.
La Coldiretti ha commentato in questi termini i dati sulle frodi alimentari 2019: “il problema è costituito soprattutto dai cibi low cost, dietro ai quali spesso si nascondono ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi, ma possono a volte nascondersi anche vere e proprie illegalità, come è confermato dall’escalation dei sequestri. Le difficoltà economiche hanno costretto molti italiani a tagliare la spesa alimentare e a preferire l’acquisto di alimenti più economici, prodotti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, e che rischiano di avere un impatto sulla salute. L’agricoltura e l’alimentare sono infatti considerate aree prioritarie di investimento dalla malavita, che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché del cibo, anche in tempi di difficoltà, nessuno potrà fare a meno, ma soprattutto perché consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la vita quotidiana della persone“.