Ceta e settore food: il Ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio ha spiegato le ragioni che spingono il governo italiano ad approfondire ulteriormente il trattato di libero scambio tra Ue e Canada, considerato al momento non ratificabile.
Del Ceta (Comprehensive and economic trade agreement) abbiamo già parlato qui su Universofood, quando stava per entrare in applicazione provvisoria e quando sono usciti i dati che hanno mostrato un impatto positivo per il settore agroalimentare italiano. L’accordo Ceta tra Unione Europea e Canada è stato approvato dal Parlamento europeo il 15 febbraio 2017, è entrato in applicazione provvisoria il 21 settembre 2017, e sarà definitamente in vigore se (e quando) verrà approvato da tutti i 28 parlamenti dei Paesi Ue. L’accordo elimina quasi tutte le barriere doganali e i dazi tra Unione Europea e Canada, liberalizza il mercato dei servizi, tutela i maggiori marchi europei in Canada e consente alle imprese europee di accedere agli appalti pubblici canadesi. Secondo i detrattori italiani appartenenti al mondo agroalimentare, il Ceta potrebbe avere un impatto negativo sull’agricoltura e sul food Made in Italy, determinando una perdita di posti di lavoro nell’agricoltura italiana e un’esplosione delle importazioni di grano duro canadese. Ceta e settore food vanno invece positivamente a braccetto per altri operatori di settore, che intravedono crescenti possibilità di export in Canada e sottolineano i dati positivi relativi ai primi mesi di applicazione provvisoria del trattato. Sul piano politico sono favorevoli al Ceta Pd e Forza Italia, mentre sono contrari M5S e Lega.
A novembre 2018 è stato dichiarato ufficialmente lo stop al Ceta da parte del Governo Conte, uno stop spiegato da Di Maio in termini che riassumiamo fedelmente per i lettori di Universofood:
– è stata istituita presso il MISE ad agosto 2018 una “task force del libero scambio”, un gruppo di studio che sta valutando a 360 gradi l’impatto dei trattati di libero scambio dell’Unione europea che sono ad oggi in fase di negoziazione o di ratifica. Ad essere attenzionati sono in particolare i possibili effetti negativi degli accordi di libero scambio sulle fasce più deboli e meno competitive della popolazione italiana, già fortemente colpite dai processi di globalizzazione.
– In attesa dei risultati definitivi del gruppo di studio, il Governo Conte – così come era stato previsto nel contratto di governo – considera il CETA al momento assolutamente non ratificabile, ed è – più in generale – contrario ai trattati di libero scambio firmati a livello europeo.
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