Settore agroalimentare in Italia: i dati 2018 pubblicati da Nomisma segnalano un quadro che pone il food come sempre più strategico per l’economia italiana.I numeri diffusi da Nomisma a ottobre 2018 (e relativi al 2017) non lasciano spazio a dubbi: il settore agroalimentare è oggi in Italia un asset decisivo per il Paese. Il valore complessivo del settore è pari a 133 miliardi di euro (che significa il 9% del Pil), e le imprese food sono nel complesso (agricoltura, alimentare e ristorazione) 1,3 milioni, ovvero il 25% di tutte le imprese iscritte alle Camere di commercio in Italia. Gli occupati nel settore sono 3,2 milioni, pari al 13% del totale delle persone che hanno un lavoro in Italia.
Nell’ambito dei consumi interni il settore agroalimentare in Italia – con 243 miliardi di euro – pesa per il 23% sulla spesa annua complessiva degli italiani, e sul fronte dell’export – con 40 miliardi di fatturato – copre il 9% del totale delle esportazioni italiane. Le nazioni europee che sono al vertice come esportatrici food precedono l’Italia ancora di molto (la Germania è a 72,2 miliardi, la Francia a 60 e la Spagna a 47), ma l’agroalimentare è uno dei settori italiani che sul fronte dell’export è cresciuto di più negli ultimi dieci anni (+68% tra il 2007 e il 2017, dietro alla farmaceutica, che è cresciuta del 107%, ma molto al di sopra del totale della manifattura, che si ferma a un +23% nel confronto tra l’export 2007 e l’export 2017, e davanti anche all’automotive, che mette a segno un +51%). All’interno dell’Europa l’export italiano funziona, mentre secondo Nomisma – avendo oggi in Italia molte imprese che lavorano su prodotti di alta qualità ma che sono mediamente troppo piccole per essere competitive sul fronte dell’export – siamo ancora deboli nei mercati emergenti, e ci fermiamo a 5 miliardi di euro di export agroalimentare annuo in Asia e a soli 600 milioni in Sud America.