Export vini italiani 2018: nel primo semestre il vino si conferma la prima voce nelle esportazioni agroalimentari nazionali, e la crescita – rispetto allo stesso periodo dello scorso anno – è del 4%.
Nel 2017 l’export di vini Made in Italy ha raggiunto per la prima volta i 6 miliardi di euro (record di sempre), con un +7% rispetto al 2016. E i dati per la prima metà del 2018 (elaborazione Coldiretti su dati Istat relativi al periodo gennaio-maggio) sono positivi, e segnalano un ulteriore +4% (rispetto alla prima metà del 2017). Negli Stati Uniti – il primo mercato di sbocco per i vini italiani – l’incremento delle vendite è del 3,7%, in Germania del 3,6%, e in Francia – storico competitor dell’Italia nel mondo dei vini – le vendite di vini Made in Italy nella prima metà del 2018 mettono a segno un eccezionale +12,2%. E tutto questo avviene mentre i dati sulla vendemmia 2018 segnalano uno straordinario +20% sul 2017, ponendo l’Italia saldamente al primo posto tra i produttori mondiali di vino.
L’unica nota stonata, nel quadro dell’export vini italiani 2018, è rappresentata dal Canada, Paese in cui le vendite dei vini Made in Italy scendono dell’1%, dopo l’entrata in vigore dell’accordo di libero scambio Ceta, accordo che complessivamente – come abbiamo visto di recente qui su Universofood – si sta rivelando vantaggioso per il food & beverage italiano, ma che nel comparto dei vini non sta risolvendo i problemi perché in Canada continuano a non ricevere tutela alcuna rispetto all’Italian Sounding praticamente tutti i più importanti vini italiani a denominazione d’origine, e in particolare l’Amarone, il Recioto e il Ripasso della Valpolicella, il Friularo di Bagnoli, il Cannellino di Frascati, il Fiori d’arancio dei Colli Euganei, il Buttafuoco e il Sangue di Giuda dell’Oltrepo’ Pavese, la Falanghina del Sannio, il Gutturnio e l’Ortrugo dei Colli Piacentini, la Tintillia del Molise, il Grechetto di Todi, il Vin Santo di Carmignano, le Doc Venezia, Roma, Valtenesi, Terre dei forti, Valdarno di Sopra, Terre di Cosenza, Tullum, Spoleto, Tavoliere delle Puglie, Terre d’Otranto.
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