Accordo Ue Giappone 2018: firmato il 17 luglio a Tokyo, il nuovo trattato commerciale apre grandi opportunità sul fronte dell’export per le aziende italiane del food & beverage.
Dopo il vantaggioso trattato di libero scambio Ceta tra Unione Europea e Canada, un altro trattato internazionale – questa volta tra Ue e Giappone – fa sorridere le aziende italiane del settore agroalimentare. L’accordo di partenariato economico, firmato il 17 luglio a Tokyo dopo cinque anni di trattative (ma ancora in discusione nei suoi dettagli e in attesa di approvazione definitiva da parte del Parlamento Ue), prevede la graduale eliminazione recipoca della maggior parte dei dazi sulle importazioni (precisamente: il Giappone toglie i dazi sul 94% dei prodotti europei, e l’Unione Europea cancella i dazi sul 99% delle merci giapponesi). Ci sarà dunque maggiore concorrenza di prodotti giapponesi in Europa, ma sono in arrivo anche grandi opportunità per le oltre 74mila aziende europee che esportano in Giappone, Paese che nell’ultimo anno ha importato dall’Europa beni per oltre 58 miliardi di euro e servizi per circa 28 miliardi.
Secondo le previsioni della Commissione europea l’accordo Ue Giappone 2018 dovrebbe garantire una crescita dell’export europeo sul mercato nipponico in una percentuale complessiva che si aggira intorno al 13%. Il settore che qui ci interessa – il food & beverage – dovrebbe trarre significativi benefici dall’accordo Ue Giappone 2018, perché oggi i dazi sull’agroalimentare di importazione sono molto alti: il 40% circa sulla carne, il 40% sui formaggi, fino al 30% per il cioccolato e il 15% per i vini. I formaggi (comparto lattiero-caseario europeo), beneficiando di un’esenzione dai dazi (totale per alcuni formaggi, parziale per altri), secondo le stime Ue potrebbero crescere addirittura del 215% sul mercato giapponese. Ma buone notizie ci sono anche per i vini (dazi eliminati), per la carne bovina (dazi ridotti), per la carne suina trasformata (esenzione totale dai dazi), e per la carne suina fresca (dazi ridotti – in nove anni – dal 38,5% al 9%). Non sono ancora state stabilite nel dettaglio le percentuali di riduzione dei dazi per tutti i singoli prodotti, il trattato è ancora in discussione nei suoi dettagli e in attesa di ratifica da parte del Parlamento Ue, ma è già stato reso noto che i dazi resteranno invariati per il riso, prodotto tipico per il quale il Giappone intende mantenere una politica di tipo protezionistico. E’ previsto invece – ed è già stato confermato – il riconoscimento e la tutela contro imitazioni e contraffazioni di oltre duecento prodotti alimentari europei a denominazione d’origine in Giappone.
Secondo il presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker il trattato Ue Giappone 2018 “è molto più di un accordo commerciale, è ovviamente uno strumento che creerà opportunità per le nostre aziende, i nostri lavoratori e i nostri cittadini e che stimolerà le economie europea e giapponese, ma è anche una dichiarazione per il suo contenuto, per la sua portata e anche per la sua tempistica. Quello che stiamo dicendo è che crediamo in un commercio aperto, e nel fatto che un accordo commerciale non è un gioco a somma zero ma un vantaggio per entrambe le parti coinvolte“. Mentre Cecilia Malmström, commissario Ue per il commercio, ha spiegato: “insieme al Giappone, stiamo inviando un forte segnale al mondo: due tra le maggiori economie mondiali continuano a credere nel libero commercio, opponendosi sia all’unilateralismo sia al protezionismo“.