Frutta e verdura: nel 2017 in Italia le vendite sono aumentate del 2,2%, e il trend positivo prosegue anche nei primi mesi del 2018.
I dati diffusi dalla Coldiretti a maggio 2018 e relativi all’anno 2017 segnalano per il mercato interno italiano dei numeri positivi per il comparto della frutta e verdura. Nel 2017 le vendite di frutta e verdura in Italia hanno raggiunto in quantità la cifra di 8,52 miliardi di chili, con una crescita del 2,2% rispetto al 2016. E i primi dati per il 2018 (relativi al bimestre gennaio – febbraio) confermano un andamento di crescita che continua e che diventa sempre più interessante, con una quantità venduta pari a 1,32 miliardi di chili e con un ulteriore +1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (bimestre gennaio – febbraio 2017).
Oltre al fenomeno delle scelte vegetariana e vegana, in Italia sta dunque più in generale crescendo la sensibilità per un’alimentazione salutare: oggi la frutta e la verdura sono la prima voce di spesa per gli italiani, con un importo medio mensile a famiglia di euro 102,33, pari al 23% della spesa mensile famigliare complessiva. Il frutto più consumato dagli italiani è la mela, seguita al secondo posto dalle arance, mentre tra le verdure troviamo al primo posto per quantità venduta le patate, al secondo posto i pomodori e al terzo posto le insalate / indivie. Per quanto riguarda l’export la crescita del comparto frutta e verdura è percentualmente ancora più significativa: se sul mercato interno le vendite sono aumentate nel 2017 – come detto – del 2,2%, sul fronte esportazioni sono cresciute del 3%, raggiungendo la cifra di 5,2 miliardi di euro, un dato superiore alla quantità importata (4,7 miliardi, anche in questo caso con un +3% sul 2016). Secondo il Presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo “l’Italia ha oggi le risorse per cogliere al massimo le opportunità che vengono dal prepotente affermarsi di nuove tendenze salutistiche sia in Italia che all’estero, considerando che anche su questo fronte il Made in Italy è un marchio con un importante valore aggiunto“.
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