Etichette per pomodoro e derivati (sughi, salse, concentrato, conserve): un nuovo decreto interministeriale introduce un’importante novità sul fronte dell’indicazione di origine della materia prima.
Il decreto, firmato l’8 novembre 2017 dai ministri Maurizio Martina (Mipaaf) e Carlo Calenda (Ministero dello Sviluppo Economico), stabilisce – in sintesi – che su tutte le confezioni di conserve e concentrato di pomodoro e sughi e salse composti per almeno il 50% da derivati del pomodoro diventa obbligatorio indicare non solo il Paese di trasformazione del pomodoro ma anche il Paese in cui il pomodoro è stato coltivato. Non è più possibile, dunque, spacciare per Made in Italy un sugo prodotto in Italia lavorando pomodori di importazione (il caso “classico” è quello dei pomodori cinesi lavorati poi nel nostro Paese). Se le fasi di coltivazione e trasformazione avvengono in più Paesi si possono usare le diciture “Paesi UE”, “Paesi NON UE”, “Paesi UE e NON UE”. Soltanto se tutte le operazioni avvengono in territorio italiano si può scrivere in etichetta “Origine del pomodoro: Italia”.
Il decreto vale soltanto per i prodotti di aziende italiane, e resta in vigore fino alla piena attuazione dell’articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011, che regola tutti i casi di indicazione in etichetta dell’origine delle materie prime alimentari, e che al momento non è stato implementato perché non sono ancora stati emanati gli atti di esecuzione da parte della Commissione Ue. A questo proposito il ministro Martina ha dichiarato: “come ho ribadito al Commissario europeo Andriukaitis, crediamo che la scelta fatta con il nostro decreto interministeriale vada estesa a livello europeo, garantendo la piena attuazione del regolamento europeo 1169 del 2011. Il tema della trasparenza delle informazioni al consumatore è un punto cruciale per il modello di sistema produttivo che vogliamo sostenere. L’Italia ha deciso di non attendere e fare in modo che i cittadini possano conoscere con chiarezza l’origine delle materie prime degli alimenti che consumano. Soprattutto in una filiera strategica come quella del pomodoro l’etichetta aiuterà a rafforzare i rapporti tra chi produce e chi trasforma“.