La fusione Bayer-Monsanto, che avrebbe dato vita al maggiore colosso agrochimico della storia, è stata bloccata dall’Unione Europea.
Della fusione tra Bayer e Monsanto abbiamo già scritto qui su Universofood, quando a settembre 2016 è stato raggiunto l’accordo tra le due multinazionali. La tedesca Bayer è la più importante società farmaceutica d’Europa e tra le più importanti al mondo, e a partire dal 2002 – con l’acquisizione della Aventis CropScience e la nascita di Bayer CropScience – ha investito e sta investendo nel settore agrochimico. La multinazionale Usa Monsanto è l’azienda leader nei settori Ogm, sementi e biotecnologie. Nel settembre del 2016 è stato raggiunto l’accordo per l’acquisizione di Monsanto da parte di Bayer, per 66 miliardi di dollari debiti inclusi.
Un’operazione coeva a un’altra grande recente fusione nel settore dell’agrochimica (quella tra Syngenta e ChemChina, che ha già avuto il via libera da Bruxelles), ma che è stata “congelata” dalla Commissione Ue. Dopo l’accordo del settembre 2016 e dopo alcuni mesi per l’implementazione degli aspetti tecnici e burocratici, a giugno 2017 Bayer ha formalizzato alla Commissione Ue la richiesta di autorizzazione per la fusione con Monsanto. Il 22 agosto 2017 è arrivata la risposta dell’Unione Europea, che ha reso noto di aver aperto una “inchiesta approfondita”, in quanto teme che “la concentrazione possa ridurre la concorrenza in settori come i pesticidi, le sementi e l’agrochimica”, e occorre quindi esaminare “se l’accesso dei rivali ai distributori e agli agricoltori possa diventare più difficile a causa della fusione”. Secondo la Commissione Ue, in sostanza, c’è il rischio che una fusione che darebbe vita al massimo colosso mondiale dei prodotti agricoli (semi, ogm, pesticidi) e che unirebbe due tra i primi concorrenti del settore possa essere incompatibile con le norme antitrust dell’Unione Europea. Il tentativo dunque di dar vita a una fusione storica per rilanciare il difficile mercato europeo degli Ogm è stato al momento bloccato dall’Unione Europea, che sta studiando la questione e che – secondo quanto precisato dalla stessa Commissione Ue – prenderà una decisione definitiva entro l’8 gennaio del 2018.
A far “riflettere” la Commissione Ue ha contribuito anche una lettera inviata da 55 europarlamentari al Commissario europeo per la Concorrenza Margrethe Vestager, con queste parole: “un rapporto del 2013 ha dimostrato che l’aumento dei prezzi del seme deriva dalla concentrazione del settore delle sementi. Se questa acquisizione dovesse effettivamente avvenire, Bayer potrebbe controllare il 30% del mercato mondiale dei semi e il 24% del mercato mondiale dei pesticidi. Questo è quello che possiamo chiamare una posizione dominante”. La decisione della Commissione Ue è stata commentata dalla stessa Vestager in questi termini: “i semi e i prodotti pesticidi sono essenziali per gli agricoltori e per i consumatori. Dobbiamo assicurare l’effettiva concorrenza di modo che gli agricoltori possano avere accesso a prodotti innovativi, di qualità superiore e di modo che possano acquistarli a prezzi competitivi. E mantenere allo stesso tempo un ambiente in cui le aziende possano innovare e investire in prodotti sempre migliori“. Mentre secondo la Coldiretti, che ha salutato positivamente la decisione dell’Unione Europea, “le recenti operazioni finanziarie stanno facendo nascere un vero e proprio oligopolio in un settore particolarmente sensibile come è quello dell’agricoltura e dell’alimentazione. La concentrazione nelle mani di poche multinazionali mette a rischio la sovranità alimentare e la biodiversità dei singoli Paesi“. Nel frattempo la Bayer, in una nota, ha precisato che continuerà nei prossimi mesi a procedere “a stretto contatto e in modo costruttivo” con la Commissione Ue, e che c’è fiducia in una decisione positiva dell’Unione Europea “entro la fine dell’anno“.