Mercato interno del riso in Italia: il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo decreto legislativo. Vediamo che cosa cambia.
Abbiamo scritto più volte qui su Universofood della filiera italiana del riso e dei suoi problemi, dalla cessione di Riso Scotti alla spagnola Ebro Foods nel 2013, alle grandi proteste dei produttori nel 2014, fino all’accordo tra Fir e Riso Gallo, alla questione della crescita incontrollata dell’import dai Paesi asiatici PMA e in regime Eba, e al recente piano Mipaaf per rilanciare il settore. Ora – il 9 giugno 2017 – il Consiglio dei Ministri ha approvato in prima lettura il decreto legislativo recante disposizioni concernenti il mercato interno del riso, in attuazione della delega prevista dal Collegato agricoltura.
Il decreto prevede, in sintesi: rielaborazione, semplificazione e adeguamento alle normative europee della normativa italiana relativa alla commercializzazione del riso, che risale al 1958; difesa, promozione e salvaguardia delle varietà di riso italiane; miglioramento genetico dei risi, creazione di nuove qualità risicole e istituzione di un registro nazionale delle denominazioni dei risi tenuto dall’Ente risi (ci sono ad oggi oltre 200 varietà di riso in Italia); introduzione della denominazione “classico” nelle etichette delle varietà di riso italiano da risotto più celebri e utilizzate, per valorizzarle ulteriormente; introduzione di regole più severe a tutela del consumatore, con una maggiore trasparenza delle denominazioni in etichetta; rafforzamento dei controlli e potenziamento delle sanzioni contro truffe e frodi.
Questo il commento del ministro Maurizio Martina: “avviamo una riforma attesa da anni dal settore. Abbiamo puntato a semplificare le norme, valorizzare di più le varietà tradizionali italiane e dare più trasparenza in etichetta al consumatore. Questo provvedimento rientra nelle azioni che stiamo portando avanti per un settore fondamentale come quello del riso, che attraversa una fase complessa. Continueremo a insistere con Bruxelles per avere risposte ad una crisi di settore che è europea, ma che ci riguarda molto da vicino essendo i più grandi produttori di riso dell’Unione. Lavoreremo anche nei prossimi giorni per avere risposte concrete per i nostri risicoltori, che vengono penalizzati anche dall’ingresso del riso a dazio zero dai paesi asiatici Eba. Serve un pacchetto di misure di sostegno da parte della Commissione e l’attivazione della clausola di salvaguardia prevista dai trattati Eba. Su questo continueremo a lavorare anche nelle prossime ore, così come ci aspettiamo un via libera dall’Ue sul decreto sull’origine obbligatoria in etichetta per il riso inviato a Bruxelles già lo scorso aprile“.
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