Lo street food in Italia è in forte crescita, ma non a tutti piace: il Comune di Venezia ha approvato una delibera che per ragioni di decoro vieta l’apertura di nuove attività di vendita di prodotti alimentari da asporto nel centro storico e nelle isole.
Sul problema del decoro e della maleducazione dei turisti nel centro storico di Venezia si parla da tempo. E secondo il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro uno degli elementi di questa mancanza di decoro è dato dal consumare per strada panini, kebab e pizze venduti dai molti negozietti di pizze al trancio e di kebab e prodotti etnici che hanno aperto negli ultimi anni, creando anche una forte concorrenza ai bar tradizionali che servono i “cicheti”, i tipici stuzzichini veneziani.
Il 4 maggio 2017 è stata dunque approvata dal consiglio comunale di Venezia una delibera che vieta, nel centro storico e nelle isole, l’apertura di nuove attività “di vendita e di produzione di prodotti alimentari destinati all’asporto e al consumo per strada”, con esenzione soltanto per le gelaterie e per le nuove attività il cui iter di apertura è stato avviato prima del 4 maggio. Una misura contro i cibi di strada sicuramente destinata a far discutere, che l’assessore al commercio del Comune di Venezia Francesca Da Villa ha spiegato in questi termini: “l’obiettivo dell’amministrazione è quello di limitare l’esercizio di attività non compatibili con le esigenze di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale di Venezia. Per noi è evidente che in alcuni casi il processo di liberalizzazione delle attività economiche nei centri storici si è posto in contrasto con la tutela dei caratteri ambientali e del tessuto storico della nostra città antica, in considerazione soprattutto della costante crescita dei flussi turistici che tende a far perdere al cuore del capoluogo lagunare la sua autentica identità. Il proliferare di attività di vendita e consumo del cosiddetto food take away ha inoltre portato a un abbassamento dello standard di qualità del prodotto, favorendo una percezione negativa di Venezia non solo nel residente ma anche nel visitatore di qualità”. E secondo il presidente della Commissione attività produttive del Consiglio comunale di Venezia Paolo Pellegrini “il turismo mordi e fuggi di bassa qualità crea anche un super lavoro per la raccolta dei rifiuti, un super lavoro i cui costi ricadono sui cittadini veneziani“.