È ufficiale: dal 19 gennaio 2017 sono entrate in vigore le nuove regole sull’indicazione di origine in etichetta per il latte.
Sulle nuove norme per l’etichettatura del latte avevamo già scritto qui su Universofood, quando nel 2016 era stato inviato a Bruxelles per l’approvazione Ue lo schema di decreto del governo Renzi. Ora l’approvazione è arrivata, l’iter si è concluso e il 19 gennaio 2017 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 15 il decreto “Indicazione dell’origine in etichetta della materia prima per il latte e i prodotti lattieri caseari”. Dopo novanta giorni dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il decreto entra definitivamente in vigore, e sono previsti 180 giorni dalla pubblicazione per smaltire le scorte delle confezioni con il sistema di etichettatura precedente.
Che cosa cambia? Finora le etichette di latte e derivati seguivano il Regolamento Ue n. 1169/2011 secondo un’applicazione che stabiliva l’obbligo di indicare l’origine per il latte fresco ma non per il latte a lunga conservazione e per il latte contenuto in altri prodotti come formaggi, yogurt, burro e latticini. Ora le nuove norme introducono l’obbligo di indicare l’origine per ogni tipo di latte e per il latte contenuto in altri prodotti. Come? Bisogna indicare sia il “Paese di mungitura” sia il “Paese di condizionamento o di trasformazione” del latte. Se la mungitura e il condizionamento o trasformazione del latte avvengono nello stesso Paese si utilizza la dicitura “origine del latte: nome del Paese”; se le operazioni avvengono in diversi Paesi bisogna indicare “latte di Paesi UE” (o “latte di Paesi non UE”) per l’operazione di mungitura e “latte condizionato o trasformato in Paesi UE” (o “Paesi non UE” o “Paesi UE e non UE”) per l’operazione di condizionamento o di trasformazione.
La Coldiretti ha commentato in termini molto positivi le nuove regole sull’etichettatura del latte, che aiutano a combattere le frodi e il falso Made in Italy: “lo storico via libera all’indicazione di origine obbligatoria per il latte e i prodotti lattiero-caseari pone finalmente fine all’inganno del falso Made in Italy, con tre cartoni di latte a lunga conservazione su quattro venduti in Italia che sono stranieri, cosi come la metà delle mozzarelle sono fatte con latte o addirittura cagliate provenienti dall’estero, senza che questo sia stato fino ad ora riportato in etichetta“.