Prosegue nel 2016 la crescita degli spumanti italiani sul fronte del’export, con un aumento a valore del 25% e con risultati importanti su tutti i principali mercati.
Già il 2015 era stato un anno positivo per l’export degli spumanti italiani. E il trend continua nel 2016, che secondo i dati Wine Monitor – Nomisma segna una crescita a valore del 25% nelle esportazioni di spumanti italiani, per un totale di circa 1,5 miliardi di euro. Resta significativo il divario rispetto alle bollicine francesi (che sfiorano i 3 miliardi di export, di cui 2,7 grazie agli Champagne), ma la distanza si riduce: mentre l’Italia cresce del 25% nell’export 2016 degli spumanti, la Francia scende dell’1%, e la Spagna del 3%.
E il confronto con i concorrenti diventa particolarmente interessante guardando nel dettaglio ai singoli mercati (dati Wine Monitor – Nomisma gennaio-ottobre 2016). Negli Stati Uniti – il primo Paese al mondo per l’import di sparkling – le importazioni di spumanti italiani nel 2016 sono cresciute del 30,7%, mentre le bollicine francesi segnano soltanto un +3,5% e gli spumanti spagnoli un +5,2%. In Gran Bretagna le importazioni di spumanti italiani nel 2016 crescono del 32%, mentre gli spumanti francesi e spagnoli crollano (con rispettivamente un -14,5% e un -15,6%). In Canada l’Italia è a +20,5%, la Francia e la Spagna soltanto a +6,4% e +3,4%. In Germania gli spumanti italiani segnano un +8,6%, tengono gli spumanti francesi (+5,2%) ma crollano quelli spagnoli (-15,9%), mentre in Svizzera l’Italia segna un +7,7%, sale anche la Spagna (+10,4%), ma crolla la Francia (-7,8%). Gli spumanti italiani guadagnano dunque quote di mercato in tutti i principali Paesi importatori di spumante, salendo negli Stati Uniti dal 27,1% al 31,9%, in Gran Bretagna dal 27,7 al 37,2%, in Germania dal 20,5 al 21,3%, in Svizzera dal 27,9 al 30,9%, e in Canada dal 26% al 28,7%.