È in corso fino a settembre il fermo pesca nell’Adriatico. Il blocco delle attività di pesca termina il 5 settembre nel tratto da Trieste a Rimini e il 26 settembre nel tratto da Pesaro a Bari.
La misura del fermo pesca è presente nei paesi europei dal 1985, ed è stata applicata in Italia nella forma estesa e stringente che conosciamo oggi a partire dal 2012, primo anno di applicazione delle nuove misure contro il sovrasfruttamento dei mari contenute nella Bozza Tremonti del 2011. Il Meccanismo è molto semplice: per consentire il ripopolamento degli stock ittici si vietano ogni anno per un periodo la pesca a strascico e la pesca a volante, ovvero si bloccano i pescherecci con sistemi al traino, e sono consentite soltanto le altre tipologie “minori” di pesca, sufficienti però soltanto per un consumo locale e limitato.
Quando avviene il fermo pesca? Per il 2016 il fermo pesca nell’Adriatico settentrionale (tratto da Trieste a Rimini) è scattato il 25 luglio e termina il 5 settembre, per l’Adriatico meridionale (tratto da Pesaro a Bari) è iniziato il 16 agosto e termina il 26 settembre, per Ionio (a partire da Brindisi) e Tirreno inizia il 17 settembre e si protrae fino al 16 ottobre, mentre Sicilia e Sardegna decideranno autonomamente le tempistiche di uno stop che deve in ogni caso essere di almeno 30 giorni. Le maggiori criticità riguardano dunque l’Adriatico: la lunghezza del fermo pesca e la sua concomitanza con l’alta stagione turistica rendono molto difficile per i turisti trovare pesce fresco locale durante le vacanze (nelle pescherie e nei ristoranti), e favoriscono la crescita delle importazioni a danno dei pescatori italiani. Coldiretti Impresapesca – che pure non contesta in assoluto il sistema del fermo pesca – ritiene inoltre che le norme attuali siano inadeguate perché troppo rigide e univoche nel vincolare il fermo a un unico periodo. Secondo Coldiretti Impresapesca “l’attuale format del fermo pesca ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo alcune specie ittiche si riproducono nel periodo del fermo, mentre per la maggior parte delle altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Le misure attuali funzionano solo per quelle specie che hanno il loro picco riproduttivo nel periodo estivo come la triglia, la gallinella e la sogliola. Scampi e pesce azzurro, per esempio, si riproducono in altri periodi dell’anno. Secondo noi sarebbe più utile chiudere le aree a macchia di leopardo, un po’ come si fa per la caccia. La nostra proposta è di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, mentre le imprese ittiche potrebbero scegliere ciascuna quando fermarsi in un periodo compreso tra il 1° luglio e il 30 ottobre“.