È in arrivo una novità importante nella filiera dell’olio, una nuova norma per ridurre il rischio di frodi: a partire dal primo gennaio 2017 negli scambi internazionali saranno chiaramente distinti l’olio vergine e l’olio extravergine di oliva, con due diversi codici doganali.
La notizia è stata diffusa da Agrinsieme (la grande associazione di categoria che rappresenta e coordina Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari): in Commissione Europea si è trovato l’accordo per una nuova nomenclatura che consenta nell’ambito degli scambi internazionali di distinguere in maniera inequivocabile l’olio vergine di oliva e l’olio extravergine di oliva. Al momento c’è una sola voce doganale che combina i due prodotti, mentre dal primo gennaio 2017 l’olio vergine e l’olio extravergine saranno divisi in due codici doganali.
La nuova norma – fortemente voluti da Agrinsieme e da tutte le associazioni di categoria a livello nazionale e dal Copa – Cogeca a livello europeo – consente una maggior trasparenza che favorisce i controlli e aiuta la lotta alle frodi, in una filiera che oggi ha molti problemi, dal caso Tunisia all’emergenza Xylella ai molti scandali che ci sono stati in Italia negli ultimi anni.
Nella stessa riunione della Commissione Ue che ha dato il via libera alle nuove regole doganali sono stati analizzati gli ultimi dati sul mercato dell’olio di oliva, ripresi poi e pubblicati da Agrinsieme in data primo giugno 2016: la produzione mondiale per la campagna 2015/2016 si stima di 3.242.000 tonnellate (+33%), di cui 2.303.000 tonnellate a produzione Ue (+61%); la Spagna si conferma primo produttore con 1.395.000 tonnellate stimate (+66%), seguita dall’Italia con 472.000 tonnellate (+112%) e dalla Grecia con 320.000 (+7%); per quanto riguarda le esportazioni Ue, nel periodo ottobre 2015/marzo 2016 si stima una forte riduzione tendenziale per il Brasile (-47%) e si prevede invece un incremento per la Cina (+36%); gli Stati Uniti si confermano la più importante destinazione dell’olio europeo; nel commercio intra-Ue, per il periodo compreso tra inizio ottobre e fine febbraio, sono state 366.000 le tonnellate movimentate, con un calo del 21%; dall’Italia verso destinazioni intra-Ue si sono mosse 43.000 tonnellate, destinate per il 30% alla Germania.