Nell’ultimo anno in Italia i consumi alimentari sono rimasti nel complesso stabili, ma con forti variazioni nei diversi comparti: crescono il biologico, la frutta e la verdura, mentre crollano le vendite di carne.
I numeri – diffusi dalla Coldiretti a maggio 2016 (elaborazioni Coldiretti su dati Ismea) – offrono un confronto tra l’ultimo anno (il 2015) e l’anno precedente (il 2014). Un anno nel quale – complessivamente – i consumi alimentari sul mercato interno italiano sono rimasti sostanzialmente invariati, con una lieve crescita (+0,4%). Ma ci sono importanti differenze tra i comparti. Le vendite di frutta crescono del 5%, quelle di verdura fresca del 3%, quelle di riso del 5%, quelle di pasta dell’1%. Il trend è positivo anche per le verdure confezionate e pronte per l’uso (cosiddette di quarta gamma), le cui vendite in Italia (confronto 2015 rispetto al 2014) crescono complessivamente del 2%, con percentuali di crescita più interessanti per gli spinaci (+3%) e per le carote (+6%). Vanno bene anche le vendite dei legumi secchi, con un incremento complessivo medio del 5%, e con percentuali notevoli per i ceci in scatola (+11%), per le lenticchie (+7,2%) e per i mix di legumi secchi (+15%). Ma la crescita più significativa è per il comparto del biologico (nel complesso aumentano del 20% le vendite di prodotti alimentari biologici in Italia) e per l’olio di oliva (+19%).
Sono negative invece le percentuali sul fronte della vendita delle carni, probabilmente anche per ragioni di allarmismo alimentare e di “salutismo” (un problema – questo – che ha colpito anche il comparto degli alcolici, le cui vendite sono crollate in Italia negli ultimi anni). Nel 2015 (rispetto al 2014) i consumi di carne in Italia scendono complessivamente del 6%, con una flessione dell’1% per le carni di pollo, dell’1% per i salumi, del 6% per la carne bovina e del 9% per la carne di maiale.