Secondo il nuovo rapporto annuale dell’ Isaaa nell’ultimo anno la superficie agricola coltivata a Ogm è scesa a livello mondiale e ha registrato un’ulteriore contrazione in Europa, dove gli Ogm sono sempre stati un fenomeno marginale.
Il nuovo rapporto annuale dell’ Isaaa (International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications), diffuso nel 2016 e relativo all’anno precedente (il 2015) fa il punto della situazione sull’andamento delle colture Ogm, e conferma il trend che abbiamo raccontato più volte qui su Universofood: in Europa gli Ogm erano e restano un fenomeno trascurabile. Secondo i dati Isaaa, anzi, nel 2015 c’è stata una nuova contrazione delle superfici europee coltivate a Ogm, con un -18% rispetto al 2014. L’unica coltura geneticamente modificata presente in Europa è il mais, con 116.870 ettari, quasi totalmente situati (92%) in Spagna (107.749 ettari, -21% rispetto al 2014). Il resto del mais Ogm si divide tra quattro Paesi europei: Portogallo, Romania, Slovacchia e Repubblica Ceca. Tutti gli altri Paesi Ue non coltivano Ogm, e dopo l’entrata in vigore della nuova normativa europea che consente ai singoli Stati di vietare le colture Ogm, diciannove Paesi hanno già notificato alla Commissione Europea la richiesta per il divieto: Italia, Austria, Belgio (per la Vallonia), Bulgaria, Cipro, Croazia, Danimarca, Francia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Polonia, Regno Unito (per Scozia, Galles e Irlanda del Nord), Slovenia e Ungheria.
E nel resto del mondo? Nel 2015 i terreni seminati con Ogm sono diminuiti di 1,8 milioni di ettari. Parliamo comunque di numeri ben diversi rispetto a quelli europei (116 mila e 870 ettari nell’intera Europa): negli Stati Uniti – il Paese leader – le colture Ogm si estendono per 70,9 milioni di ettari (con un decremento di 2,2 milioni di ettari rispetto al 2014). Dopo gli Stati Uniti ci sono – nell’ordine: il Brasile (44,2 milioni di ettari, con un incremento di 2 milioni di ettari rispetto al 2014); l’Argentina (24,5 milioni di ettari); l’India (11,6 milioni di ettari); il Canada (11 milioni di ettari, con un decremento del 5% rispetto al 2014); la Cina (3,7 milioni di ettari); il Paraguay (3,6 milioni di ettari); il Pakistan (2,9 milioni di ettari); il Sudafrica (2,3 milioni di ettari); l’Uruguay (1,4 milioni di ettari); la Bolivia (1,1 milioni di ettari).
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