L’Italia ha finalmente un piano nazionale per la filiera dell’olio. Il 24 marzo 2016 è stato approvato in Conferenza Stato Regioni il primo PON – Piano Olivicolo Nazionale, con un investimento di 32 milioni.
Seguiamo da sempre qui su Universofood l’andamento e le criticità del settore dell’olio, dal caso recente dell’olio tunisino senza dazi ai problemi della crescita dell’import, del falso Made in Italy, della vendita all’estero dei più importanti marchi di settore, dell’emergenza Xylella, delle truffe e frodi, del calo della produzione e della difficoltà a implementare sistemi antifrode e normative italiane ed europee. Ma nonostante tutte le difficoltà, quello dell’olio resta un settore importante dell’economia italiana: in Italia ci sono oggi (dati Mipaaf) circa 900.000 aziende olivicole, per un volume d’affari di 3 miliardi di euro, pari al 3% dell’intero fatturato dell’industria agroalimentare.
Il 24 marzo 2016 in Conferenza Stato regioni è stato approvato il primo PON – Piano Olivicolo Nazionale, che era previsto dall’articolo 4 del DL 51/2015 e che ha lo scopo di razionalizzare la filiera, incrementare la produzione nazionale di olive e di olio e promuovere il Made in Italy di settore. Secondo quanto diffuso in un comunicato stampa dal Mipaaf – Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali sono sei i punti previsti dal primo Piano Olivicolo Nazionale PON 2016:
1) Incremento della produzione nazionale di olive e di olio extravergine di oliva, senza accrescere la pressione sulle risorse naturali, in modo particolare sulla risorsa idrica, attraverso la razionalizzazione della coltivazione degli oliveti tradizionali, il rinnovamento degli impianti e l’introduzione di nuovi sistemi colturali in grado di conciliare la sostenibilità ambientale con quella economica;
2) Stanziamento di 32 milioni di euro per aiutare la riorganizzazione del settore olivicolo e oleario italiano, con un piano che potrà essere ulteriormente supportato con le risorse regionali dello sviluppo rurale
3) Promozione dell’attività di ricerca per accrescere e migliorare l’efficienza dell’olivicoltura italiana;
4) Iniziative di valorizzazione del Made in Italy e delle classi merceologiche di qualità superiore certificate dell’olio extravergine di oliva italiano, anche attraverso l’attivazione di interventi per la promozione del prodotto sul mercato interno e su quelli internazionali;
5) Recupero varietale delle cultivar nazionali di olive da mensa in nuovi impianti olivicoli integralmente meccanizzabili;
6) incentivare e sostenere l’aggregazione e l’organizzazione economica degli operatori della filiera olivicola, in conformità alla disciplina delle trattative contrattuali nel settore dell’olio di oliva prevista dal regolamento (UE) n. 1308 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 17 dicembre 2013.
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I contorni di tutta l’operazione li vedo positivi,quindi premessa buona ma ora debbono seguire proposte concrete e non le solite frasi ad effetto che tutto dicono e nulla fanno vedere in concreto.Aspetto i fatti .