Chiude dopo tredici anni la guida I vini d’Italia de L’Espresso. Al suo posto dovrebbe partire un nuovo progetto editoriale legato al mondo dei vini, di cui al momento non si sa ancora nulla.
Recentemente abbiamo segnalando qui su Universofood una classifica comparativa delle guide ai vini, scoprendo che la guida de L’Espresso – dopo la guida Vini d’Italia del Gambero Rosso – è la preferita dagli italiani, quella considerata più attendibile. Eppure chiude: l’edizione 2016 è l’ultima della guida, e non ce ne saranno altre. Tutti i collaboratori e i degustatori storici della guida, compresi i due curatori Fabio Rizzari ed Ernesto Gentili, sono già stati liquidati. Prosegue invece normalmente la pubblicazione della guida L’Espresso ai ristoranti.
Il responsabile delle guide de L’Espresso Enzo Vizzari ha annunciato che al posto della guida I Vini d’Italia partirà a breve un nuovo progetto editoriale legato al mondo del vino, e affidato a Antonio Paolini e Andrea Grignaffini. A breve dovrebbero essere diffusi tutti i dettagli; al momento Enzo Vizzari ha precisato soltanto che “l’uscita sarà sempre in autunno, contestualmente all’uscita della guida Ristoranti”, e che “si tratta di un nuovo prodotto editoriale, non sarà più una guida e si chiamerà I Vini dell’Espresso”.
Ma che cosa è successo? Perchè è stata chiusa la guida I vini d’Italia? Due interviste pubblicate su Winesurf – un’intervista allo storico curatore della guida Ernesto Gentili e un’intervista al responsabile delle guide de L’Espresso Enzo Vizzari – chiariscono almeno in parte la vicenda.
LA POSIZIONE DEI CURATORI DELLA GUIDA CHE SONO STATI LIQUIDATI
Secondo Ernesto Gentili la guida I vini d’Italia, che nel 2007 vendeva 35.000 copie e poi si è progressivamente ridimensionata ma per “la naturale diminuzione che ha colpito anche tutte le altre guide cartacee e l’editoria in genere “, non è mai stata adeguatamente spinta dal gruppo L’Espresso, altrimenti avrebbe potuto e potrebbe proseguire. In particolare secondo Gentili è mancata completamente la parte marketing e vendite nei canali extraedicola e extralibreria: “non esisteva nessuno in Espresso che proponesse l’acquisto alle aziende vinicole in guida. Tutte le guide puntano molto su questo settore, e anche nel nostro caso poteva portare a grossi numeri. Invece noi cosa si faceva? Alla premiazione se ne regalava una copia ad ogni produttore e a posto così! Ti rendi conto di quante copie stiamo parlando in 13 anni?”. Secondo Ernesto Gentili le guide cartacee ai vini possono sopravvivere, se si lavora bene: “anche se il cartaceo ha indubbiamente perso appeal, con alcuni aggiustamenti, tipo la traduzione in inglese o in giapponese per il grande mercato internazionale, non vedo un futuro buio”.
LA POSIZIONE DEL RESPONSABILE ENZO VIZZARI, CHE HA CHIUSO LA GUIDA
Secondo Enzo Vizzari (che comunque riconosce che forse si poteva provare a fare di più per spingere la guida) la chiusura della guida I vini d’Italia a un certo punto è diventata inevitabile semplicemente per ragioni imprenditoriali e di bilancio: “in tutti questi anni la guida vini è sempre andata in rosso. Per cifre più o meno importanti ma sempre in rosso, e quindi la guida vini era un lusso che l’editore e il direttore editoriale avevano deciso di potersi permettere. Un editore non è un poeta e, almeno ad un certo punto, non può non fare i conti. La guida vini ha continuato a vivere perché c’è sempre stato un margine sufficiente, determinato dalla guida dei ristoranti, per consentire di assorbire le perdite. Questo margine è andato progressivamente assottigliandosi, forse perché L’Espresso non ha messo in campo adeguate forze per sostenere la promozione e le vendite. Questo può essere…parliamoci chiaro, le guide non sono il core business del gruppo e forse si poteva fare di più. Comunque bisogna prendere atto che le pubblicità sono più difficili da vendere per la guida vini che non per quella dei ristoranti”.