Si chiama UberEats ed è la nuova app per la consegna dei pasti a domicilio con trasporto automobilistico privato.
Conosciamo tutti Uber, il servizio di trasporto che ha fatto infuriare i tassisti italiani, e che nella versione Uber Pop (chiunque può registrarsi come autista e trasportare clienti paganti) è stato bloccato dal Tribunale di Milano per “concorrenza sleale” e violazione della “disciplina amministrativa che regola il settore taxi”, decisione però “superata” dal successivo intervento dell’Antitrust, che ha in sostanza legittimato Uber, chiedendo al Parlamento di regolamentare il servizio.
È in arrivo ora Uber Eats: il cliente ordina un pasto in uno dei ristoranti della città e lo riceve a domicilio da un autista Uber. Già sperimentato nel 2014 in alcune città ma solo a pranzo, il servizio è già operativo da un mese a Toronto, e la app è in arrivo a marzo sull’App Store di Apple e su Play Store di Google a Parigi e in dieci città americane (Atlanta, Austin, Chicago, Dallas, Houston, Los Angeles, New York, San Francisco, Seattle, Washington). Il modello sperimentato a Toronto prevede un servizio attivo tutti i giorni dalle 10.00 alle 22.00, con l’arrivo a destinazione del pasto in un tempo massimo di 30 / 40 minuti. Il pasto viene consegnato all’interno della città, e può essere ordinato da un elenco di ristoranti convenzionati.
Al momento Uber – come servizio taxi – opera in 375 città del mondo, ed è prevedibile un’analoga espansione anche del servizio Uber Eats. Al momento però la società non ha voluto dire se e quando Uber Eats arriverà altrove, e non è chiaro se e quando l’app arriverà in Italia, Paese che ha dato e sta dando molti problemi a Uber ma in cui la società ha ribadito anche di recente di essere ancora interessata a investire, con nuovi servizi in arrivo nel 2016 e con l’approdo in altre città, dopo il successo di Milano, Roma e Firenze.
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