Dopo il caso del Sauvignon contraffatto un altro sospetto scandalo alimentare colpisce il Nord Est: Latterie Vicentine, l’azienda leader di settore, per quasi vent’anni avrebbe venduto Asiago Dop contraffatto. Ma l’azienda nega, e il Consorzio di Tutela del formaggio Asiago la difende.
Abbiamo parlato di recente qui della cosiddetta Sauvignon Connection, lo scandalo del Sauvignon contraffatto che ha coinvolto 17 aziende vinicole. Ora un’altra sospetta truffa alimentare interessa il Nord Est italiano, e riguarda un’altra eccellenza gastronomica di quei territori: l’Asiago Dop. Le indagini riguardano Latterie Vicentine, cooperativa colosso del settore, con 70 milioni di fatturato, 400 aziende agricole associate e 3.000 ettolitri di latte lavorato al giorno.
La denuncia arriva da Lorenzo Bistore, ex direttore di Latterie Vicentine arrestato per furto all’interno dell’azienda (averebbe rubato centinaia di quintali di latte nello stabilimento di Bressanvido, prelevandolo di notte con dei camion). Al Pm di Vicenza Cristina Gava Lorenzo Bistore ha rivelato una (presunta) frode colossale messa in atto da Latterie Vicentine con la sua partecipazione, e che sarebbe iniziata una ventina di anni fa. Secondo quanto affermato da Bistore Latterie Vicentine negli ultimi vent’anni avrebbe venduto con il marchio Asiago Dop un formaggio non di rado realizzato utilizzando latte di recupero o latticello e latte proveniente da confezioni vicine alla scadenza. Un procedimento che non avrebbe messo a repentaglio in alcun modo la salute dei consumatori ma che ovviamente si configurerebbe come truffa e violazione del Disciplinare di Produzione dell’Asiago Dop: la presunta violazione riguarda due articoli del Codice Penale, 515 e 517, frode in commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci. In sostanza per una ventina d’anni sarebbe stato venduto come formaggio di pregio con marchio Dop un formaggio di bassa qualità realizzato con latte di recupero o vicino alla scadenza.
Secondo una prima informativa diffusa dai carabinieri che stanno conducendo l’indagine “le attività fin qui svolte hanno per il momento consentito di riscontare le dichiarazioni dell’indagato, e di delineare uno scenario nel quale l’azienda ha commercializzato negli ultimi 15-20 anni formaggio denominato ‘Asiago pressato dop’ prodotto con materie prime non conformi al disciplinare imposto dal relativo Consorzio di Tutela e pertanto diverso, per qualità, da quella dichiarata all’utente finale”. Ma Alessandro Mocellin, presidente di Latterie Vicentine, ha respinto le accuse: “l’unico errore che abbiamo commesso è porre la massima fiducia nella persona di Bistore. La nostra è un’azienda che da sempre è attenta al controllo qualità, seguiamo con rigore tutti i disciplinari e investiamo nell’aspetto tecnologico per migliorare sempre di più la genuinità dei nostri prodotti”. E il Consorzio di tutela del formaggio Asiago è intervenuto in questi termini: “riponendo massima fiducia nella magistratura vicentina, che saprà sicuramente fra luce sull’accaduto, ribadiamo al nostra stima e solidarietà nei confronti della Latterie Vicentine”.
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