Dopo quattro anni di raccolta al minimo storico, per via della diffusione dell’insetto parassita Cinipide galligeno del castagno, nel 2015 tornano le castagne nei boschi italiani, con un incremento della produzione del 20% rispetto al 2014 (dati Coldiretti).
Qui su Universofood abbiamo seguito fin dall’inizio il crollo della produzione di castagne in Italia legato alla diffusione di un insetto parassita – il Cinipide Galligeno del castagno – che infesta le piante creando degli ingrossamenti (galle) sui germogli e sulle foglie che determinano una riduzione della fruttificazione (cioè delle castagne). Il Cinipide, insetto di provenienza cinese, viene introdotto per errore in Italia nel 2002 attraverso materiale vivaistico. Dalle prime segnalazioni in provincia di Cuneo, nel giro di alcuni anni il Cinipide si diffonde in tutte le regioni italiane, fino ad arrivare al crollo dell’autunno 2011 (meno 70% di castagne rispetto al 2010), con un ulteriore peggioramento nel 2012, poi nel 2013 e nel 2014.
In questo quadro l’Italia – storicamente il Paese leader europeo nella produzione di castagne, con 780.000 ettari di bosco di castagno – ha visto la produzione crollare e le importazioni salire: tra il 2012 e il 2014 le importazioni di castagne in Italia sono quasi triplicate in valore (38,7 milioni nel 2012, 67,8 milioni nel 2013, 95,3 milioni nel 2014), con le castagne in arrivo soprattutto da Spagna, Portogallo, Turchia e Slovenia, e non di rado spacciate per prodotti italiani.
Fin dal 2009 – e in forma ampia e sistematica a partire dal 2011, per combattere la diffusione del Cinipide è stata messa in atto in Italia una lotta biologica incentrata sulla diffusione di un insetto – il Torymus Sinensis – che mangia le larve deposte dal Cinipide. Era stato detto fin da subito che ci sarebbero voluti non meno di quattro o cinque anni per vedere risultati di ampia portata. Ora – secondo i primi dati diffusi dalla Coldiretti – finalmente ci siamo: nel 2015 la produzione di castagne Made in Italy è cresciuta complessivamente del 20% rispetto al 2014, con raccolti addirittura a +50% in Toscana. Nel complesso la raccolta 2015 supera i 20 milioni di kg, numeri pari a circa 1/3 rispetto a quelli di dieci anni fa e assolutamente non paragonabili a quelli storici (nel 1911 – anno record – la produzione di castagne era stata di 829 milioni di kg!). L’autunno 2015 sarà comunque ricordato come l’autunno del ritorno delle castagne nei boschi italiani, in attesa di un’ulteriore crescita che è prevista per i prossimi anni.
In Italia ci sono ben 12 tipi di castagne con riconoscimento europeo: quattro in Toscana (Marrone del Mugello Igp, Marrone di Caprese Michelangelo Dop, Castagna del Monte Amiata Igp, Farina di Neccio della Garfagnana Dop), due in Campania (Castagna di Montella Igp, Marrone di Roccadaspide Igp), due in Veneto (Marrone di San Zeno Dop, Marroni del Monfenera Igp), due in Piemonte (Castagna Cuneo Igp, Marrone della Valle di Susa Igp), uno in Emilia Romagna (Marrone di Castel del Rio Igp), uno del Lazio (Castagna di Vallerano Dop).
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