Sono in crescita dell’8% le esportazioni di formaggi Made in Italy nel 2015, in linea con i numeri positivi dell’export agroalimentare nel suo complesso.
Anche grazie all’effetto Expo, le esportazioni di prodotti alimentari italiani nei primi sette mesi del 2015 sono in crescita complessivamente del 7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. E i dati diffusi dalla Coldiretti nell’ambito di Cheese 2015 confermano questo trend anche guardando nello specifico al comparto dei formaggi. Nei primi sei mesi del 2015 – rispetto al primo semestre del 2014 – l’export dei formaggi italiani è cresciuto dell’8%. Il 75% dei formaggi Made in Italy esportati è tuttora destinato ai mercati comunitari, ma ci sono due mercati extraeuropei molto promettenti: la Cina (con le esportazioni di formaggi che nel primo semestre del 2015 crescono del 39%) e gli Stati Uniti (export dei formaggi italiani a +18%).
Il problema del falso Made in Italy colpisce pesantemente il settore, ed è in corso una battaglia tra Italia e Unione Europea sul divieto di utilizzo del latte in polvere per produrre i formaggi, ma al di là di tutti i problemi e le mancanze nella tutela legislativa dei formaggi italiani di qualità, resta un dato: l’Italia è il Paese leader per numero di formaggi a Denominazione d’origine protetta Dop, con 48 riconoscimenti contro i 45 della Francia. Quasi la metà (45,5%) del latte prodotto dagli allevamenti italiani è destinato alla produzione di formaggi Dop, per un totale di 500 milioni di chili, in quantità circa il doppio rispetto alla produzione di formaggi Dop in Francia.
Eppure, nonostante i primati italiani nell’export dei formaggi e nel numero di formaggi Dop, gli italiani sono solo settimi nel mondo per il consumo pro capite di formaggio, con 20,7 chili all’anno, dietro ai francesi (25,9 chili a testa all’anno), agli islandesi, ai finlandesi, ai tedeschi, agli estoni e agli svizzeri.