Il Consiglio dei Ministri ha prorogato per altri sei mesi lo stato di emergenza legato alla situazione degli ulivi del Salento, decimati dal batterio parassita Xylella Fastidiosa.
In Puglia, in particolare nel Salento, ci sono circa 11 milioni di ulivi, e si concentra quasi il 30% della produzione olivicola nazionale, per un export che vale 106 milioni di euro. L’emergenza Xylella ha dunque un impatto non solo ambientale ed ecologico sugli ulivi secolari del leccese, ma ha anche importanti conseguenze economiche, e favorisce l’atavico fenomeno dell’importazione di olio di bassa qualità a scapito della produzione nazionale.
La Xylella Fastidiosa è un batterio parassita che può colpire oltre 150 specie vegetali, alcune delle quali di interesse agricolo (soprattutto agrumi, vite, caffè, avocado, pesco, mandorlo e ulivo). Fino al 2013 la Xylella aveva una certa diffusione in Nord America e Sud America mentre era pressoché assente in Europa. Ma è proprio nel 2013 che la Xylella viene individuata per la prima volta tra gli ulivi del Salento, proveniente probabilmente da piante ornamentali di importazione. Ed è nei primi mesi del 2015 che il fenomeno esplode: a marzo 2015 gli ulivi malati risultano essere oltre un milione. La Xylella colpisce l’ulivo disseccandolo e si diffonde poi agli altri ulivi attraverso un insetto vettore (la cicala sputacchina).
Ad aprile cominciano le prime conseguenze tangibili, con la Francia che vieta le importazioni di piante e vegetali dalla Puglia. Nel frattempo il Governo Renzi si muove dichiarando lo stato di emergenza e nominando un commissario straordinario, Giuseppe Silletti. Vengono stanziati 11 milioni per il ristoro dei danni subiti dagli agricoltori e vivaisti che hanno perso più del 30% della produzione in valore, e vengono poi messi a disposizione del commissario straordinario ulteriori 13 milioni, destinati in buona parte a indennizzare aziende agricole e proprietari di terreni. Il 31 luglio il Consiglio dei Ministri stabilisce la proroga per 180 giorni dello stato di emergenza. Ora il fronte decisivo è quello della ricerca, perché al momento l’unica soluzione contro la Xylella è abbattere gli alberi malati. Ad oggi il governo italiano ha stanziato 7 milioni di euro per un progetto di ricerca sulla Xylella coordinato dal Cnr di Bari.
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