Le regole europee sulla pesca delle vongole stanno mettendo in ginocchio i pescatori dell’Adriatico, che non riescono più a rispettare il limite dei 25 mm. di diametro. A causa di un’anomalia climatica legata all’eccessivo apporto di acque fluviali sono infatti al momento praticamente introvabili delle vongole con diametro di almeno 25 mm.
Più volte abbiamo parlato qui su Universofood dell’impatto delle normative comunitarie sulla pesca delle vongole, riprendendo tempo fa anche il piano in 5 punti di Coldiretti Impresapesca per il rilancio della pesca dei molluschi bivalvi in Italia. Il problema più grave è quello della taglia minima che devono avere le vongole per essere pescate. Secondo le normative europee (Regolamento 1967 del 2006, Allegato 3) è vietato raccogliere e commerciare le vongole che hanno un diametro inferiore ai 25 mm. Una regola introdotta per ragioni ecologiche, che sta però contribuendo all’estinzione di un intero comparto della pesca in Italia. Se negli anni Ottanta nell’Adriatico (da Chioggia a Brindisi) si raccoglievano circa 120.000 tonnellate di vongole all’anno, nel 2014 ne sono state raccolte 20.000 tonnellate, e nel 2015 la pesca è praticamente ferma.
Semplicemente le vongole “legali” (con diametro non inferiore ai 25 mm.) al momento nell’Adriatico non si trovano. Il direttore della coop Casa del Pescatore di Cattolica, interpellato dal quotidiano la Repubblica, ha spiegato: “non si trova una vongola ‘legale’ nemmeno a pagarla a peso d’oro. Arrivano a un diametro di 22 millimetri poi si bloccano e spesso muoiono. E l’Europa ha stabilito che non si possono raccogliere e commerciare le vongole con diametro inferiore a 25 millimetri. In questo modo si sta distruggendo l’intero mercato: sono fermi i due terzi delle turbo soffianti di tutto l’Adriatico. Se non si cambia subito, la nostra vongola, Chamelea gallina, la più tenera e saporita di tutti i mari, sarà solo un ricordo”.
Perché non si trovano più nell’Adriatico vongole di almeno 25 mm. di diametro? La ragione di questo “rimpicciolimento” delle vongole è legata a mutamenti climatici. Secondo Attilio Rinaldi, biologo e presidente del Centro ricerche marine della Regione Emilia Romagna, “la più importante causa scatenante è l’anomalia generata dallo straordinario e perdurante apporto di acque fluviali dalla primavera del 2013 a oggi. La portata media del nostro fiume è di 1.500 metri cubi al secondo. Nella primavera 2013 c’è stato un picco di 7.000 mc. Nel 2014 la media è stata di 2.378, con una coda nel 2015. La vongola è un animale marino che può tollerare abbassamenti di salinità ma sotto certi valori le valve vengono chiuse, viene ridotta l’alimentazione, spuntano infezioni batteriche e virali accompagnate da morie”, per cui le vongole muoiono prima di raggiungere la taglia di 25 mm.
In attesa che finiscano queste anomalie climatiche, è praticamente impossibile pescare vongole nell’Adriatico se si vogliono rispettare le regole europee, regole che prevedono un’ammenda di 4.000 euro nel caso venga trovata anche soltanto una vongola sottomisura nel pescato o in un piatto servito al ristorante, in una sorta di caccia al millimetro in meno che ha come conseguenza la quasi totale assenza di vongole dell’Adriatico nei menù dei ristoranti e nelle pescherie. Nelle località turistiche adriatiche vengono necessariamente servite nell’estate 2015 delle vongole di importazione, provenienti prevalentemente dalle Filippine.