Uno degli aspetti più interessanti di Expo Milano 2015 è sicuramente la possibilità di degustare bevande e cibi esotici abitualmente privi di distribuzione in Europa. Da un’indagine Coldiretti / Ipr Marketing emerge però che sono pochissimi gli italiani davvero disposti ad assaggiarli.
Oltre ai classici ristoranti, che hanno suscitato molte polemiche per l’apertura serale fino alle 23.00 e fino alle 24.00 nei weekend, e oltre al “solito” Eataly di Farinetti, che ha suscitato non meno polemiche delle aperture serali per via dell’assenza di gara d’appalto, Expo Milano 2015 offre anche – negli stand dei Paesi extracomunitari – una serie di prodotti alimentari esotici che dovrebbero interessare in modo speciale i visitatori italiani ed europei perché non sono normalmente acquistabili. Parliamo in particolare degli insetti, dei ragni fritti, della carne di coccodrillo, del pesce palla (fugu) e del vino di serpente. Prodotti che però – a quanto pare – sono oggetto più di conversazione che di degustazione.
Secondo un’indagine Coldiretti / Ipr Marketing presentata ad Expo sono di fatto pochissimi gli italiani disposti a mangiare questi prodotti. Gli insetti, che la Fao considera il “cibo del futuro” e su cui è in atto da tempo un dibattito legislativo in Europa, spaventano il 92% degli italiani, e soltanto l’8% li ha assaggiati, li assaggerà o comunque è disposto ad assaggiarli. I ragni fritti, considerati in Cambogia delle prelibatezze, vengono rifiutati categoricamente dal 93% degli italiani. Il pesce palla (fugu), che richiede una complessa preparazione per l’eliminazione del veleno letale ma che in Giappone è molto apprezzato, nell’ambito di Expo interessa di fatto a pochi, e soltanto il 14% degli italiani è disposto ad assaggiarlo. La carne di coccodrillo – su cui punta molto lo Zimbabwe (il console Georges El Badauri ha annunciato l’arrivo di un menù crocoburger a 15 euro e già ora sono presenti ad Expo il filetto di coda di coccodrillo in olio extravergine e il ragù a base di carne di coccodrillo) – interessa soltanto al 19% degli italiani, e il vino di serpente, che si prepara inserendo il corpo intero del rettile in un infuso di alcool e che è molto amato in Cina e in Vietnam, viene rifiutato addirittura dal 97% degli italiani.
Secondo la Coldiretti “nonostante l’indubbia curiosità che hanno stimolato questi cibi esotici tra i visitatori dell’Expo, è certo però che nel momento di sedersi a tavola la preferenza, sia tra gli stranieri che tra gli italiani, è accordata alle specialità della tradizione Made in Italy, come dimostrano i successi dei punti di ristoro e dei ristoranti italiani presenti. Una corretta alimentazione non può prescindere dalla realtà produttiva e culturale locale, e a questo principio non possono sfuggire neanche bruchi, coleotteri, formiche o cavallette a scopo alimentare che, anche se iperproteici, sono però molto lontani dalla realtà culinaria nazionale”.
Pingback: Cibi etnici. Consumi cresciuti del 18% in Italia nel 2015