Prosegue la polemica dei ristoratori milanesi contro le aperture serali di Expo, che addirittura vengono ora prolungate nei weekend fino a mezzanotte, togliendo spazio ai ristoranti e ai locali della città.
Sul problema dell’apertura serale di Expo abbiamo già scritto qui su Universofood. Storicamente gli Expo vengono visitati in giornata, e la chiusura è fissata alle ore 20.00. Non è così a Expo Milano 2015: la chiusura serale è fissata alle 23.00, e c’è un biglietto d’ingresso speciale per la fascia oraria 19.00-23.00 che costa solo 5 euro (inizialmente si era parlato di almeno 15 euro). E ora, a partire dal 30 maggio, la chiusura di Expo nei weekend (sabato, domenica e festivi) è spostata addirittura a mezzanotte. Il risultato è che sia i milanesi sia i circa 20 milioni di visitatori di Expo (8 milioni in arrivo dall’estero) diventano un’opportunità soltanto per i ristoranti temporanei costituiti appositamente all’interno dei padiglioni (con spazi oltretutto assegnati in maniera poco chiara, soprattutto nel caso di Eataly), e Expo diventa una sorta di enorme ristorante che toglie spazio ai ristoranti di Milano, che lamentano cali di fatturato – nelle ultime settimane – in alcuni prossimi al 50%.
In Una lettera al Corriere della Sera Idor De Simone, ex presidente dei commercianti di via Cenisio e delegato dell’Unione commercianti di zona, ha scritto: “da ex presidente dei commercianti di via Cenisio e delegato dell’Unione commercianti di zona vorrei evidenziare ancora una volta come purtroppo tutte le categorie dei lavoratori non sono state tenute in considerazione da chi ha pensato e organizzato l’Expo 2015 tenendolo lontano (volontariamente e con altri fini?) dalla città, con il solo risultato di desertificarla e dando probabilmente la spallata finale a chi aveva investito nella speranza di affrontare quella moltitudine di persone che dovevano arrivare in città! E ora addirittura gli organizzatori chiedono di prolungare ancora di più l’orario di apertura cosicché alle persone, quando escono dal sito espositivo, non rimane altro che andare a casa a dormire e così facendo tutti i locali della città rimarranno vuoti e con cali di fatturato che si stanno attestando attorno al 50 per cento con zone (tipo Castello, via Dante, Duomo e altre) completamente deserte. Forse bastava pensare di portare l’Expo in città (da corso Sempione a via Dante con il parco compreso avevamo uno spazio espositivo enorme senza dover affrontare costi legati alle nuove infrastrutture che dopo saranno quasi inutili o sottoutilizzate) o semplicemente chiudere il sito espositivo attuale alle 20, così che le persone potevano ammirare la nostra città, farla vivere ancora di più e poter usufruire dei negozi e dei locali che erano pronti ad affrontare nuove aperture, orari prolungati, aumenti dei servizi ma con la certezza di poter lavorare!”
Mentre il Presidente di Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Lino Stoppani ha spiegato: “può darsi che sia presto per giudicare, ma le aziende del mio settore stanno per ora scontando il ‘cannibalismo’ commerciale che Expo genera. E l’apertura fino a mezzanotte nei weekend aggiunge ulteriore preoccupazione. I fatti sono fatti. Finora le aziende non hanno visto realizzate le aspettative che l’esposizione ha creato. Anzi in diversi casi registrano consistenti cali di fatturato per il nomadismo serale verso Expo dei milanesi incuriositi dalla novità, dall’imponente campagna promozionale, dal biglietto ridotto, dagli spettacoli e dalla variegata offerta gastronomica. Certo, adesso non ci sono ancora i turisti stranieri annunciati dai tour operator per giugno, settembre, ottobre. Ma ad oggi credo che Milano abbia dato a Expo molto più di quanto Expo abbia restituito a Milano“.
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