Torna la pajata sulle tavole degli italiani, quattordici anni dopo il divieto, che era scattato (nel luglio del 2001) per far fronte all’emergenza Mucca Pazza (Bse).
Sono molti i prodotti alimentari che sono stati vietati dall’Unione Europea negli ultimi anni, per ragioni ecologiche e di sicurezza alimentare. Uno di questi è la pajata, un classico della cucina romanesca. La pajata è la prima parte dell’intestino tenue del vitello da latte, è ottima in umido o alla brace ma soprattutto è l’ingrediente di un grande classico della gastronomia di Roma, i Rigatoni con la pajata. A partire dal luglio del 2001, a seguito dell’emergenza Mucca Pazza (Bse), è stata vietata la vendita della pajata, che nei ristoranti e nelle trattorie è stata sostituita con l’intestino d’agnello. Ora, a marzo 2015, grazie a una modifica del regolamento comunitario n. 999/2001 sulle misure di prevenzione e controllo della Bse, la pajata torna regolarmente in commercio.
La Coldiretti, impegnata da tempo in una battaglia in favore della pajata, ha commentato in questi termini l’apertura di Bruxelles sulla pajata: “la decisione della Commissione Europea è una giusta conseguenza del fatto che dal 2009 in Italia non si registrano casi di mucca pazza tra i bovini, grazie al rigido sistema di controlli e per le misure di sicurezza messe in atto anche con grandi sacrifici degli allevatori. Una spinta decisiva al risultato è stata data dal giudizio positivo dell’Organizzazione mondiale per la sanità animale (Oie) che a fine maggio del 2013 nell’ambito dell’Assemblea generale ha adottato la risoluzione che aveva ufficialmente sancito per l’Italia un nuovo stato sanitario per l’encefalopatia spongiforme bovina (Bse), con il passaggio dal livello di rischio ‘controllato’ a quello ‘trascurabile’, il più basso. L’Italia – con Giappone, Israele, Olanda, Slovenia e Usa – fa parte della ristretta cerchia di 19 Paesi, sui 178 aderenti all’Oie, che hanno raggiunto la qualifica sanitaria migliore di rischio ‘trascurabile’ per la mucca pazza (Bse). Il nuovo regolamento di esecuzione del comitato permanente vegetali, animali, derrate alimentari e mangimi dell’Unione Europea passa ora al servizio giuridico della Commissione Europea per la traduzione in tutte le lingue e -sarà pubblicato nella Gazzetta Ufficiale entro 15- 20 giorni. La Bse, detta anche morbo della mucca pazza, – conclude la Coldiretti – è stata diagnosticata per la prima volta nel 1986 tra i bovini nel Regno Unito, dove da allora si contano 180671 casi tra i bovini, contro gli appena 144 in Italia, Paese in cui non ci sono contaminazioni dal 2009”.
(Luigi Torriani)
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