Il Decreto Milleproroghe 2015 prevede la sospensione del pagamento delle accise fino al 31 dicembre 2017 per gli imprenditori che sono stati derubati. Ma la sospensiva vale solo per i procedimenti penali chiusi entro l’entrata in vigore del decreto legislativo sulle accise.
Uno dei problemi più gravi del settore degli alcolici in Italia è il livello di tassazione sempre più alto. Oltre all’ Iva al 22%, gli alcolici (tranne il vino) sono soggetti al pagamento delle accise (imposte indirette sulla fabbricazione e sulla vendita). Nel 2013 il governo Monti aveva approvato un aumento delle accise in tre fasi (il primo scatto dal 10 ottobre 2013, il secondo dal primo gennaio 2014, il terzo dal primo gennaio 2015. Nonostante tutti gli sforzi degli operatori di settore (ricordiamo – per esempio – la campagna “Salva la tua birra” promossa da Assobirra) l’aumento delle accise è scattato puntualmente nell’ottobre del 2013 (+13,1%), poi dal primo gennaio 2014 (+1,6%), e infine dal primo gennaio 2015 (+12,6%). Una crescita della pressione fiscale impressionante che nel solo settore della birra mette a rischio 4.000 posti di lavoro, e che sta avendo un impatto devastante anche nel comparto dei liquori, distillati e vini liquorosi.
Un aspetto davvero paradossale della questione delle accise riguarda le aziende che hanno subito furti di alcolici. Fino a marzo 2015 le aziende vittime di furti hanno dovuto pagare le accise anche sui prodotti rubati, come se fossero stati regolarmente venduti. Ora il Decreto Milleproroghe 2015 – pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 28 febbraio – stabilisce che per gli imprenditori derubati il pagamento delle accise viene sospeso fino al 31 dicembre 2017. Ma la sospensiva del Milleproroghe fino al 2017 è ammessa soltanto in caso di procedimenti penali già conclusi e definiti “alla data di entrata in vigore del decreto legislativo 29 marzo 2010, n. 48” sulle accise. Restano dunque escluse dalla sospensiva molte imprese che hanno subito furti d’alcool negli ultimi anni e hanno definito la propria situazione giudiziaria dopo quella data. Inoltre ci si limita a una proroga, mentre gli operatori di settore chiedono che venga introdotta definitivamente una clausola di salvaguardia per le imprese che hanno subito rapine e furti d’alcool. A questo proposito lo stesso Decreto Milleproroghe 2015 spinge all’ottimismo chiarendo che la proroga fino al 2017 viene fatta “in attesa di apposita regolamentazione dell’estinzione della pretesa tributaria”.
Questa la dichiarazione del presidente di AssoDistil Antonio Emaldi: “stiamo parlando di un passo importantissimo, ma è tempo di fare di più. Fino ad oggi addirittura oltre al danno i distillatori derubati dovevano sopportare anche la beffa di vedersi richiedere, da parte degli uffici fiscali, il pagamento dell’accisa come se il prodotto rubato fosse stato regolarmente venduto. Questa iniquità ha accelerato la chiusura di molte aziende, incapaci di corrispondere le somme dovute. Abbiamo più volte segnalato – sottolinea il leader di AssoDistil – la recrudescenza di episodi di criminalità organizzata tesi alla sottrazione di alcol trasportato su autocisterne. Tali eventi avvengono in maniera sempre più sistematica e violenta da parte di associazioni per delinquere, finalizzate al contrabbando di prodotti alcolici. La sensazione è che in alcune aree del territorio nazionale non sia più garantita la sicurezza per gli operatori del settore distillatorio. È tempo di riscrivere la norma, prevedendo un’adeguata ‘clausola di salvaguardia’ per le imprese che rischiano l’accanimento fiscale, in caso di rapina o furto d’alcol, quando sia dimostrata la loro estraneità ai fatti criminosi. Molti produttori di altri Paesi europei condividono tale posizione e sono pronti a sostenerci in ambito Ue per una battaglia di legalità e di giustizia”.
(Luigi Torriani)
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