Nei giorni scorsi si è parlato molto di quote rosa da inserire nella nuova legge elettorale, proposta poi bocciata in Parlamento. Nel settore agricolo com’è la situazione? Quante sono le donne alla guida di aziende agricole in Italia?
L’agricoltura italiana è sempre più giovane e sempre più rosa. Sulla questione dei giovani e del ricambio generazionale basti ricordare alcuni dati: l’apertura di oltre 100.000 nuove imprese agricole guidate da under 35 nell’ultimo anno, il boom delle iscrizioni universitarie ad Agraria, il concorso Oscar Green per le aziende agricole più giovani e creative, l’elezione a Presidente della Coldiretti del trentatreenne Roberto Moncalvo, in Italia il più giovane tra tutti i presidenti delle associazioni di impresa e delle associazioni dei lavoratori (d’altronde l’età media dei presidenti regionali della Coldiretti è di 46 anni, mentre nel nostro Paese l’età media dei dirigenti nell’ambito della politica, dell’economia e della pubblica amministrazione è di 58 anni).
Per quanto riguarda le donne, innanzitutto il settore agricolo italiano – tra tutti i Paesi occidentali – è quello con la presenza di forza lavoro femminile più forte: in Italia lavorano in agricoltura 1,3 milioni di donne, in Francia e in Germania sono circa 340.000 e in Spagna, Paese di forti tradizioni agricole, sono 660.000, dunque la metà rispetto all’Italia (dati Eurostat). E secondo gli ultimi dati Unioncamere ci sono 227.894 imprese agricole guidate da donne in Italia, ovvero ad oggi quasi un’azienda agricola su tre (il 29,3%) è guidata da una donna. Un dato dunque molto più alto del dato generale: complessivamente in Italia (dati Unioncamere) ci sono 1.429.897 imprese a guida femminile, pari al 23,6% del totale (con una crescita comunque di 3.415 unità nel 2013 rispetto l 2012). Ricordiamo poi la presenza in Italia di due grandi associazioni di valorizzazione e di rappresentanza delle imprenditrici agricole: Donne in Campo (l’associazione femminile della Cia – Confederazione italiana agricoltori) e Donne Impresa Coldiretti (l’associazione femminile della Coldiretti).
Secondo Lorella Ansaloni, responsabile nazionale di Donne Impresa Coldiretti: “l’ingresso progressivo delle donne nell’agricoltura italiana ha certamente dato un forte impulso all’innovazione che ha caratterizzato il settore con l’ampliamento delle attività ad esso connesse come la trasformazione dei prodotti, la nascita del settore dell’agribenessere, il recupero di antiche varietà, le fattorie didattiche, gli agriasilo, la pet-therapy, l’adozione di piante e animali on line e tante altre innovazioni. Questa multifunzionalità, che è la caratteristica principale delle aziende agricole condotte da donne, genera più occupazione perché sviluppa attività particolari che si affiancano a quella principale per fornire un prodotto o un servizio particolare. La capacità di coniugare la sfida del mercato con il rispetto dell’ambiente e la qualità della vita a contatto con la natura sembra essere la principale ragione della presenza femminile nelle campagne”.
(Luigi Torriani)
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