Il New York Times ha pubblicato un fumetto interattivo dal titolo “Extra Virgin Suicide. The adulteration of italian olive oil“, che riassume in poche righe e immagini il fenomeno – gravissimo – del falso Made in Italy nella filiera dell’olio di oliva. Il fumetto, realizzato dall’art director del New York Times Book Review Nicholas Blechman, è ispirato all’ottimo libro-inchiesta “Extraverginità” di Tom Mueller, che abbiamo recensito nell’ottobre scorso qui su Universofood in occasione dell’uscita dell’edizione italiana.
Abbiamo parlato più volte qui su Universofood del problema del falso Made in Italy nella filiera dell’olio (e non solo dell’olio: il fenomeno è generale e riguarda tutto l’agroalimentare italiano). Ci scandalizziamo continuamente per l’Italian Sounding (l’imitazione e contraffazione del Made in Italy sui mercati esteri), ma noi siamo i primi a spacciare per italiano ciò che non lo è. Nel caso dell’olio è sufficiente incrociare due dati per capire di cosa stiamo parlando: l’Italia è il secondo Paese esportatore al mondo di olio (dopo la Spagna) ma è al tempo stesso il primo Paese importatore di olive e di olio, con un import che negli ultimi vent’anni è cresciuto del 163%. Cosa significa? Significa semplicemente che gran parte dell’olio prodotto e etichettato da aziende italiane è in realtà una miscela di oli di importazione, che provengono prevalentemente da Spagna, Grecia e Tunisia. E in attesa dell’implementazione degli ultimi (più restrittivi) regolamenti italiani ed europei, ad oggi la leggibilità delle etichette è inadeguata e non consente all’acquirente di rendersi conto della provenienza del prodotto o delle materie prime alla base del prodotto (la dicitura “miscela di oli comunitari” o “comunitari e extracomunitari” è scritta a caratteri minuscoli e sovrastata dal marchio italiano e da continua richiami all’italianità del prodotto).
Tutto questo è già tristemente noto da tempo in Italia (noto agli addetti ai lavori, purtroppo non ancora sufficientemente noto al pubblico dei consumatori). Ora se ne sono accorti anche gli americani, sopratutto dopo la pubblicazione dell’eccezionale libro-inchiesta “Extraverginità” di Tom Mueller, giornalista che gestisce anche il sito internet Truth in Olive Oil. Il fumetto “Extra Virgin Suicide. The adulteration of italian olive oil” di Nicolas Blechman, pubblicato sul New York Times, riprende le inchieste di Tom Mueller e racconta al grande pubblico americano questa realtà: la maggior parte dell’olio di oliva venduto come italiano proviene in realtà da Spagna, Marocco e Tunisia; le aziende italiane importano oli di oliva di bassa qualità e meno costosi (e spesso anche olio di soia), miscelano questi oli nelle raffinerie con minime percentuali di olio italiano, spesso aggiungo anche beta-carotene per mascherare il sapore e clorofilla per dare colore, infine etichettano e imbottigliano il tutto come “extravergine Made in Italy”; le bottiglie sono poi spedite in tutto il mondo, e anche negli Stati Uniti; il 69% di queste bottiglie probabilmente non è vero extravergine italiano (cioè: non sono bottiglie di vero extravergine italiano sette bottiglie di olio su dieci vendute come “Made in Italy”); in Italia esiste uno speciale corpo dei carabinieri incaricato di contrastare le truffe alimentari, ma di fatto l’andazzo continua indisturbato e gli industriali in genere non vengono fermati né perseguiti perché hanno legami con importanti rappresentanti del mondo politico; in questo modo l’olio di oliva italiano, i cui prezzi per via delle frodi si abbassano, si sta suicidando.
Il racconto del New York Times – nonostante le molte proteste arrivate dall’Italia – descrive semplicemente la realtà dei fatti. E secondo la Coldiretti la consapevolezza che si sta diffondendo negli Stati Uniti sulle truffe nella filiera dell’olio italiano potrebbe determinare un crollo delle esportazioni di olio di oliva italiano negli Usa, con conseguenze pesantissime su una filiera che ha un fatturato di settore stimato in due miliardi di euro (quasi una bottiglia su tre di olio confezionata in Italia per l’esportazione viene oggi spedita negli Stati Uniti). Spiega la Coldiretti nel comunicato stampa di commento alle vignette del New York Times: “occorre ora correre ai ripari al più presto con un impegno concreto per garantire l’autenticità e la trasparenza della produzione italiana di olio di oliva, dando piena operatività alla cosiddetta legge salva olio approvata nel febbraio 2013 sotto il pressing della Coldiretti. Ancora oggi la legge non risulta pienamente applicata per l’inerzia della pubblica amministrazione e per l’azione delle lobby industriali a livello nazionale e comunitario. Ora c’è la possibilità in Parlamento, nella discussione in corso sulla legge comunitaria, di approvare uno specifico emendamento diretto a rispondere alle osservazioni dell’Unione Europea e a rendere operativa la norma. L’Italia ha dunque l’occasione di ricostruire una credibilità internazionale e di salvaguardare il mercato di una primaria realtà economica, occupazionale e ambientale contro il rischio di quello che il New York Times ha chiamato il suicidio del Made in Italy”.
(Luigi Torriani)
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