Il 5 agosto, a Londra, è stato mangiato il cosiddetto “Frankenburger“, il primo hamburger artificiale della storia, realizzato con cellule staminali di mucca (qui il video dell’assaggio). Un primo passo verso un futuro in cui mangeremo carne artificiale? Oltre alle perplessità etiche che il caso solleva, al momento c’è un altro problema, il costo. L’hamburger in provetta ha richiesto infatti un investimento di 250.000 euro.
Qui su Universofood abbiamo già parlato dell’hamburger artificiale, raccontando nel 2011 lo stato della ricerca e nel 2012 l’annuncio dell’imminente termine dei lavori. L’hamburger è stato realizzato da un gruppo di scienziati olandesi dell’Università di Maastricht guidato dal dottor Mark Post. Avrebbe dovuto essere pronto per ottobre 2012, ma ci sono stati dei ritardi. Il 5 agosto agosto 2013 l’hamburger in provetta è comunque arrivato in tavola a Londra ed è stato assaggiato da due persone, che l’hanno valutato “molto simile alla carne”, “intenso nel gusto” ma non “succulento”. La carne è stata prodotta senza uccidere l’animale, ovvero coltivando in laboratorio delle cellule staminali prelevate dal muscolo di un bovino.
Nelle intenzioni del padre del progetto, Mark Post, gli hamburger artificiali dovrebbero servire – oltre ad “accontentare” gli animalisti, perché si realizzano senza uccidere animali – a soddisfare il crescente fabbisogno di carne, che secondo le stime entro il 2050 dovrebbe raddoppiare. Secondo Mark Post per una produzione di massa di bistecche e hamburger artificiali ci vorranno tra i 10 e i 20 anni.
Ma al momento queste previsioni sembrano molto ottimistiche, perché il primo hamburger in provetta è costato 220.000 sterline (250.000 euro), finanziati in larga parte (230.000 euro) dal co-fondatore di Google Sergey Brin. Questo il commento della Coldiretti: “ogni italiano dovrebbe spendere all’anno oltre 40 milioni di euro per sostituire il proprio consumo di carne naturale con quello in provetta, che sembra peraltro dare sensazioni di gusto ben lontane dal prodotto originale. Il consumo annuale di carne bovina in Italia è pari a 23 chili per un totale di 1,3 milioni di tonnellate, al di sotto dei valori fatti registrare in Francia dove i consumi totali sono pari a circa 1,7 milioni di tonnellate. Sostituire totalmente il consumo di carne naturale con quella artificiale costerebbe all’Italia una cifra improponibile senza peraltro trovare il consenso dei cittadini, che in 3 casi su 4 (73 per cento) hanno paura delle manipolazioni genetiche in laboratorio, secondo elaborazioni Coldiretti su dati Eurobarometro. La realtà è che, nonostante il rincorrersi di notizie miracolistiche sugli effetti benefici delle nuove modificazioni genetiche effettuate su animali e vegetali in laboratorio (dal supersalmone ad accrescimento rapido al riso ipervitaminico fino al latte materno da mucche transgeniche), rimane giustamente elevato il livello di scetticismo dei cittadini. Per questo, come hanno dimostrato le esperienze del passato a partire dalla mucca pazza (Bse), le innovazioni in un settore come quello alimentare, particolarmente esposto ai rischi per la salute, devono percorrere la strada della naturalità e della sicurezza”.
(Luigi Torriani)
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