Il cosiddetto “porceddu”, il maialetto sardo, per ragioni di sicurezza alimentare legate al problema della Peste Suina non può essere venduto al di fuori della Sardegna. Ma dopo mesi di trattative, il Ministero della Salute ha concesso una deroga per Expo Milano 2015.
La Peste Suina Africana è diffusa tra i maiali della Sardegna fin dagli anni Settanta, e ha portato a partire dal 1979 al blocco delle esportazioni. Ancora oggi sono presenti alcuni focolai, che si diffondono a partire dai molti micro allevamenti bradi dell’isola. L’unico modo per consumare il maialetto sardo in modo sicuro è operare la cosiddetta “termizzazione”, che è una precottura a una temperatura di 80 gradi, e questo è il procedimento che viene normalmente seguito quando il porceddu viene consumato in Sardegna. A norma di legge, tuttavia, la vendita del maialetto sardo al di fuori dell’isola è vietata senza eccezioni, e dunque avrebbe dovuto essere vietata anche a Expo Milano 2015.
Ma dopo una lunga trattativa tra la Regione Sardegna e il governo Renzi è stato raggiunto un accordo: il Ministero della Salute ha concesso una deroga che consente l’esposizione e la degustazione del porceddu (debitamente trattato e termizzato) esclusivamente nell’ambito di Expo Milano 2015. Martedì 21 aprile è dunque partito dall’aeroporto di Cagliari il primo maialetto sardo, con destinazione Milano.
Questo il commento della Coldiretti: “con il via libera al porceddu l’Expo potrà contare su uno dei più rappresentativi testimonial alimentari della Sardegna da far conoscere potenzialmente agli 8 milioni di turisti stranieri previsti in visita dell’esposizione. La Coldiretti esprime apprezzamento per la decisione annunciata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, che è destinata ad avere effetti sul piano economico e turistico. I visitatori dell’Expo spenderanno nell’alimentare circa 1/3 del budget disponibile e avere l’opportunità di far conoscere la specialità gastronomica dell’Isola è un elemento competitivo che va ben oltre il valore intrinseco degli incassi che ci saranno nell’ambito della manifestazione. Dal punto di vista produttivo il via libera al maialetto è anche uno stimolo ad impegnarsi per uscire finalmente dal tunnel della peste suina, che in oltre 35 anni ha di fatto annientato un intero comparto della Sardegna. Allevatori, politica e servizio veterinario devono lavorare sinergicamente per superare definitivamente l’epidemia con un impegno per la formazione e per mettere il settore al passo con i tempi valorizzandone la tradizione”.
(Luigi Torriani)