Si chiama Xylella fastidiosa, è un batterio parassita e sta uccidendo gli ulivi secolari del Salento. Sono già un milione le piante malate, e non è chiaro come fermare l’epidemia.
La Xylella fastidiosa può colpire oltre 150 specie vegetali, dalle piante ornamentali come l’oleandro a quelle forestali come l’acero e la quercia, fino alle piante di interesse agricolo, in particolare gli agrumi, la vite, il pesco e il mandorlo e l’ulivo. E proprio gli ulivi sono al centro di una gravissima emergenza nel Salento.
Storicamente la presenza della Xylella fastidiosa (e quindi delle malattie a essa correlate) è stata segnalata sempre nel Nord America (California, Florida, Canada) e nel Sud America (Perù, Argentina, Costa Rica, Messico, Brasile, Argentina), con rarissime segnalazioni dall’Asia (Taiwan) e dall’Europa (in Francia nel 2012 c’è stato un caso, su piante di caffè coltivate in serra). Nel 2013 la Xylella fastidiosa è stata individuata negli ulivi del Salento (proveniente – probabilmente – da piante ornamentali originarie del Costa Rica), ma già nel 2011 venivano segnalati i primi disseccamenti di ulivi, e oggi sono oltre un milione le piante malate (il 10% circa di tutti gli uliveti salentini), e l’epidemia si sta diffondendo rapidamente. Quando la Xylella fastidiosa colpisce l’ulivo muoiono inizialmente le foglie dei rami più alti e la malattia si estende poi alle altre parti della pianta disseccandole. Attraverso un insetto-vettore (la cicala sputacchina) la Xylella si diffonde poi di ulivo in ulivo propagando il contagio.
Al momento non è ancora chiaro quale soluzione possa esserci. Secondo il commissario Ue alla Salute Vytenis Andriukaitis “devono essere rimossi tutti gli alberi colpiti, questa è la cosa numero uno da fare”, ma nell’opinione pubblica italiana è forte la contrarietà all’idea di tagliare un milione di ulivi secolari. Mentre sono in corso trattative con l’Unione Europea, a marzo 2015 il governo Renzi ha finalmente nominato un commissario straordinario per affrontare l’emergenza, il comandante della Forestale Giuseppe Silletti, che per il momento non intende procedere con un taglio indiscriminato degli alberi. Il piano di Siletti, già approvato dalla Protezione Civile, dovrebbe costare 13,6 milioni di euro, prevede comunque l’abbattimento di un gran numero di alberi e si articola in questi punti: eliminazione di tutte le piante ospiti della Xylella presenti lungo le strade, fossi, canali e aree verdi all’interno della cosiddetta area infetta con trinciatura della chiome e relativo smaltimento; controllo meccanico degli stadi giovanili dei vettori presenti sulle erbe spontanee infestanti con trinciatura; trattamento fitosanitario per il controllo dei vettori adulti in oliveti e frutteti; l’estirpazione delle piante infette e, infine, la distruzione delle specie ospiti del batterio all’interno dei vivai.
La Coldiretti, che ha lanciato su Twitter l’hashtag #savemonumentalolives, ha spiegato: “il caso della Xylella fastidiosa, per la gravità e il rischio di diffusione, non va considerato un problema esclusivo del Salento, piuttosto italiano e comunitario, con l’auspicio che il carattere di estrema urgenza delle misure da attivare possa raccogliere l’impegno comune di tutte le forze politiche. Nel panorama nazionale, la Puglia è la prima regione olivicola, con circa 172 mila tonnellate di olio di oliva prodotte annualmente. Il comparto genera un fatturato che si aggira mediamente attorno ai 600 milioni di euro e rappresenta uno dei principali comparti produttivi dell’agricoltura pugliese. La provincia di Lecce è uno dei principali bacini produttivi dell’olivicoltura regionale. In questa provincia è localizzato più di un quarto del comparto olivicolo regionale: 65mila aziende olivicole e 97mila ettari di superficie coltivata a olivo. Le piante di olivo presenti nella provincia sono quasi 11 milioni, molte delle quali millenarie, soprattutto delle cultivar Cellina di Nardò, Ogliarola Salentina, Leccino e Pizzuta”.
(Luigi Torriani)
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