Il Parlamento europeo ha approvato la richiesta di introdurre l’obbligo di indicare in etichetta l’origine della carne contenuta nei piatti pronti e nei prodotti alimentari trasformati ( lasagne, ravioli, tortellini, cannelloni, olive all’ascolana, polpette, ragù,…).
Per la carne fresca o congelata di manzo l’obbligo di indicare in etichetta l’origine è stato introdotto nel 2000, a seguito dello scandalo della mucca pazza. A partire dall’aprile del 2015 diventa obbligatorio indicare in etichetta anche l’origine della carne di pollo, maiale, pecora e capra. Ora, a febbraio 2015, l’Europarlamento – con 460 voti a favore, 204 contrari e 33 astenuti – ha approvato la richiesta di estendere l’indicazione di origine obbligatoria in etichetta anche per la carne usata come ingrediente nei prodotti trasformati (per esempio le lasagne, i ravioli, le olive all’ascolana, le polpette, i cannelloni, il ragù, gli spaghetti alla Bolognese,…). Anche in questo caso a pesare sulla decisione è uno scandalo alimentare, lo scandalo della carne di cavallo (ne abbiamo parlato diverse volte qui su Universofood, in particolare qui, qui, qui e qui): all’inizio del 2013, prima in Irlanda e in Inghilterra e poi in tutti i Paesi europei, sono state trovate tracce di carne di cavallo in alcuni prodotti pronti surgelati venduti come “a base di carne bovina” (lasagne, spaghetti alla bolognese, tortellini, cannelloni, ravioli, ragù e hamburger), c’è stata una lunga serie di sequestri e un crollo delle vendite di ragù e piatti pronti surgelati; alla base dello scandalo stava una filiera lunghissima che iniziava da fornitori di carne rumeni, passava attraverso aziende francesi di distribuzione e vendita all’ingrosso, un intermediario cipriota e un trader olandese, finché i prodotti finivano sugli scaffali di tutte le maggiori catene di supermercati europei.
Il Ministro Maurizio Martina ha commentato in questi termini il voto dell’Europarlamento: “i consumatori europei avevano chiesto quasi all’unanimità più trasparenza sulla provenienza delle carni nei prodotti trasformati e la decisione di oggi del Parlamento Ue va in questa direzione. Una decisione positiva frutto dell’intenso lavoro dei parlamentari Socialisti e Democratici e dal gruppo italiano del Partito Popolare Europeo. La decisione servirà a mettere fuorigioco chi ha messo a rischio la credibilità di alcuni prodotti e di un intero settore produttivo, come successo con la carne di cavallo. Ora importante che anche la Commissione faccia la sua parte. L’Italia continuerà a spingere per etichette che mettano in evidenza l’origine e diano il massimo delle informazioni a chi acquista”. A questo punto, dopo la richiesta votata dal Parlamento Europeo, sarà l’esecutivo Ue (la Commissione europea) a decidere ufficialmente sulla questione nelle prossime settimane.
Il problema della trasparenza, completezza e chiarezza delle etichette è comunque un problema più ampio, che riguarda tutto l’agroalimentare. Un’iniziativa importante su questo fronte è la recente Consultazione pubblica sull’etichettatura dei prodotti alimentari promossa dal Ministero delle Politiche agricole, mentre nei giorni scorsi abbiamo parlato qui su Universofood della Petizione de Il Fatto Alimentare su Change.org per introdurre l’obbligo di indicare nelle etichette alimentari lo stabilimento di produzione. In estrema sintesi, ad oggi la situazione è questa: è obbligatorio indicare in etichetta la provenienza di Carne di pollo e derivati (da aprile 2015), Carne di pecora e agnello (da aprile 2015), Carne di maiale (da aprile 2015), Carne bovina (dal 2000), Frutta e verdura fresche (dal 2003), Uova (dal 2004), Miele (dal 2004), Passata di pomodoro, Latte fresco, Pesce, Extravergine di oliva (dal 2009, ma con molte criticità); NON è obbligatorio invece indicare in etichetta la provenienza di Salumi, Carne di coniglio, Carne trasformata, Frutta e verdura trasformata, Formaggi, Derivati dei cereali (pane, pasta), Latte a lunga conservazione, Concentrato di pomodoro e sughi pronti.
(Luigi Torriani